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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 SINDROME DI STENDHAL 🇵🇹 SÍNDROME DE STENDHAL 🇬🇧 STENDHAL'S SYNDROME

Aggiornamento: 7 mar 2021



🇮🇹 SINDROME DI STENDHAL

Una riflessione per la II Domenica, Qua. -B (28-02-2021)

< Mc. 9,2-10 (La Trasfigurazione).


I.

Alcune persone soffrono di un disturbo chiamato “sindrome di Stendhal”. Si tratta di un disturbo psico-somatico transitorio che si scatena in alcuni soggetti quando si trovano di fronte a un’opera d’arte o architettonica di enorme bellezza. Questa visione provoca una forte reazione emotiva, una sorta di “estasi contemplativa”. Queste persone dicono di sentirsi sopraffatti dalla bellezza dell’opera d’arte e hanno la sensazione di uscire dal proprio corpo (depersonalizzazione) e dalla realtà (derealizzazione) e vari altri effetti come tachicardia, panico, svenimento.

Questa sindrome ha preso il nome dallo scrittore Stendhal, che per primo ne ha parlato nel suo libro “Roma, Napoli e Firenze” del 1817 dove racconta la reazione che ha avuto visitando la Basilica di Santa Croce a Firenze. È chiamata anche “Sindrome di Firenze” perché è in questa città dove si sono registrati il maggior numero di casi.

II.

Io penso che anche Pietro, abbia sofferto qualcosa di simile sul monte Tabor, vedendo la Trasfigurazione di Gesù. Ha avuto una specie di “Sindrome di Stendhal ante litteram” quando estasiato si avvicina al maestro e gli dice “che bello stare qui”. Pietro ne rimane incantato, rapito non da una “grande bellezza”, ma dalla “bellezza assoluta”. C’è però una grande differenza: se per curare la sindrome di Stendhal il rimedio è allontanarsi dall’opera d’arte che ha scatenato la reazione, Pietro al contrario vuole rimanere fisso davanti alla bellezza assoluta: “facciamo tre tende”. Il vangelo ci dice che Pietro non sapeva che cosa dire perché era rapito dallo spavento. Più che dallo spavento era rapito da una bellezza mai vista che lo ha lasciato senza fiato e senza parole.

Dio è troppo bello. Ve ne siete già accorti? Avete già gustato un poco della Sua bellezza? Avete intravisto anche solo di striscio il suo volto? Avete sentito il suo respiro, il suo odore? Sono gocce di eternità e di infinito che illuminano i nostri giorni contati e il nostro spazio finito.

Ciascuno di noi sicuramente ha già sentito qualcosa, altrimenti in questo momento non sarebbe qui a volerlo incontrare, ascoltare, mangiare… Tutti noi abbiamo un poco la sindrome di Stendhal, o meglio la “sindrome di Pietro”, quando ogni domenica veniamo qui e sentiamo che è “bello per noi stare qui” con il Signore.

III.

Da sempre la nostra fede cristiana si è coniugata con la bellezza. Basta solo vedere qui a Roma, la città della “grande bellezza” come dice Sorrentino, per renderci conto cristianesimo e bellezza sono sempre andati a braccetto. Papa Benedetto XVI nella sua grande catechesi insisteva sulla “via pulcretudinis” (via della bellezza) come cammino privilegiato per arrivare a Dio. Anche Papa Francesco più volte parla della bellezza. Settimana scorsa disse in un discorso ai giovani: “Voi giovani siete i poeti di una nuova bellezza umana”. Già Dostoevskij nel suo romanzo “L’idiota” diceva per bocca del principe Miškin; “La bellezza salverà il mondo”. Al di fuori della bellezza c’è solo la bruttezza e noi non vogliamo vivere nella bruttezza.

Non dobbiamo parlare mai di passione e morte senza parlare di risurrezione (abbiamo sentito San Paolo nella seconda lettura: “Cristo Gesù è morto” e poi si corregge subito “anzi è risorto”). Non dobbiamo parlare di deserto senza dire che il deserto fiorirà.

Domenica scorsa vi dicevo che per questa quaresima non dobbiamo fare fioretti, perché abbiamo fatto già tanti sacrifici per la pandemia e ne stiamo facendo ancora. Quindi per questa quaresima niente fioretti, ma come dicevo: seminare fiori (e vi ho ricordato tutti gli effetti benefici della garden therapy). In questo modo trasformiamo ogni deserto in un giardino.

Anche nella prima lettura di oggi Dio non chiede ad Abramo il sacrificio di ciò che di più bello ha nella vita, cioè il figlio Isacco avuto in vecchiaia, ma glielo restituisce in dono. Dio non vuole da noi che rinunciamo alle cose più belle della nostra vita ma che ne godiamo appieno, basta che come Abramo siamo disposti a offrirle a Lui, e Lui ce le restituisce in dono, come Isacco.

IV.

La bellezza del racconto della Trasfigurazione non è ancora finita, ci sono altre due cose bellissime:

  1. La voce di Dio Padre: per la seconda e ultima volta Dio Padre interviene (dopo aver parlato il giorno del battesimo di Gesù al Giordano) per dire 3 cose di enorme tenerezza. “Questi è mio figlio” (sembra di sentire quei papà o mamme che si inorgogliscono quando mostrano agli altri il loro tesoro “questo è mio figlio”). Seconda parola: “L’amato”. Dio dichiara il suo amore per suo Figlio, non solo lo ama, ma lo dice anche. Bisogna dire ai nostri figli che li amiamo e loro devono sapere di essere amati. E la terza parola che dice: “Ascoltatelo”. Dio ci invita a ascoltare suo Figlio, si riconosce in Lui, nelle sue parole, nelle sue scelte… quindi seguire il figlio Gesù è seguire il Padre (anche Gesù disse “Io e il Padre siamo una cosa sola”: quindi anche i figli non solo devono amare i loro genitori ma devono anche dire loro il proprio amore).

  2. “Non videro più nessuno, se non Gesù”. Questa per me è una delle frasi più belle del Vangelo. Mosè, che rappresenta la legge antica e Elia che rappresenta la profezia dell’Antico Testamento, sono spariti, sono oltrepassati, non servono più. Ora c’è solo Gesù e tutto il resto avanza. Una volta che abbiamo conosciuto Gesù, possiamo misconoscere tutto il resto. (Cristocentrismo).

V.

Se domenica scorsa ho detto a tutti di seminare i fiori per abbellire il mondo, oggi dico a tutti di prendersi cura di se stessi della propria bellezza interiore. In questi giorni di paura dei contagi auguro a tutti di contrarre il contagio della “Sindrome di Pietro”, cioè sapersi incantare di fronte alla bellezza di Dio e prendere coscienza che noi dobbiamo essere delle belle persone perché siamo testimoni nel mondo della “Bellezza Assoluta”.



🇵🇹 SÍNDROME DE STENDHAL

Uma reflexão para o 2º domingo, Qua.-B (28-02-2021)

<Mc. 9.2-10 (A Transfiguração).

I.

Algumas pessoas sofrem de uma doença chamada “Síndrome de Stendhal". É um transtorno psicossomático transitório que se desencadeia em alguns sujeitos quando se deparam com uma obra de arte ou arquitetura de enorme beleza. Essa visão provoca uma forte reação emocional, uma espécie de "êxtase contemplativo". Essas pessoas dizem que se sentem abaladas pela beleza da obra de arte e têm a sensação de sair do corpo (despersonalização) e da realidade (desrealização) e há vários outros efeitos como taquicardia, pânico, desmaio.

Esta síndrome recebeu o nome do escritor francês Stendhal, que foi o primeiro a falar dela no livro "Roma, Nápoles e Florença" de 1817, onde relata a reação que teve ao visitar a Basílica de Santa Croce em Florença. Também é chamada de "Síndrome de Florença" porque é nesta cidade que se registra o maior número de casos.

II.

Acho que Pedro também sofreu algo parecido no Monte Tabor, vendo a Transfiguração de Jesus. Ele tinha uma espécie de “Síndrome de Stendhal ante litteram" quando em transe se aproxima do professor e diz "que bom estar aqui". Pedro ficou encantado, sequestrado não por uma "grande beleza", mas pela "beleza absoluta". Porém, há uma grande diferença: se para curar a síndrome de Stendhal o remédio é afastar-se da obra de arte que desencadeou a reação, ao contrário Pedro quer permanecer fixo diante da beleza absoluta: "façamos três tendas". O Evangelho nos diz que Pedro não sabia o que dizer porque foi sequestrado pelo medo. Mais do que medo foi sequestrado por uma beldade nunca antes vista que o deixou sem fôlego e sem palavras.

Deus é lindo demais. Você já percebeu? Você já experimentou um pouco da Sua beleza? Você ao menos teve um vislumbre do rosto dele? Você sentiu o hálito dele, o cheiro dele? São gotas de eternidade e de infinito que iluminam nossos dias contados e nosso espaço finito.

Cada um de nós com certeza já sentiu alguma coisa, senão neste momento não estaria aqui para querer encontrá-lo, ouvi-lo, receber a eucarestia ... Todos nós temos um pouco de síndrome de Stendhal, ou melhor, a "síndrome de Pedro", quando cada Domingo, venhamos aqui e sentimos que "é bom para nós estarmos aqui" com o Senhor.

III.

Nossa fé cristã sempre foi combinada com a beleza. Basta ver aqui em Roma, a cidade de "grande beleza", como diz Sorrentino, para perceber que o cristianismo e a beleza sempre andaram de mãos dadas. O Papa Bento XVI, na sua grande catequese, insistiu na "via pulcretudinis" (caminho da beleza) como caminho privilegiado para chegar a Deus. O Papa Francisco fala muito frequentemente da beleza. Na semana passada, ele disse em um discurso aos jovens: "Vocês, jovens, são os poetas de uma nova beleza humana." Já Dostoiévski em seu romance "O Idiota" disse pela boca do Príncipe Miškin; “A beleza vai salvar o mundo”. Fora da beleza só existe a feiura e não queremos viver na feiura.

Nunca devemos falar de paixão e morte sem falar de ressurreição (ouvimos São Paulo na segunda leitura: "Cristo Jesus está morto" e depois se corrige imediatamente "na verdade ele ressuscitou"). Não devemos falar sobre o deserto sem dizer que o deserto florescerá.

No domingo passado, disse-vos que nesta Quaresma não devemos fazer sacrifícios (“fioretti”), porque já fizemos muitos sacrifícios devido à pandemia e estamos ainda a fazer mais. Portanto, para esta Quaresma não há “fioretti”, mas como vos disse: semeiem flores (e vos lembrei dos efeitos benéficos da “grades therapy”, terapia de jardim). Assim, transformamos todo deserto em um jardim.

Mesmo na primeira leitura de hoje, Deus não pede a Abraão que sacrifique o que há de mais belo na vida, ou seja, seu filho Isaque nascido na velhice: Deus devolve o filho ao pai como um presente. Deus não quer que renunciemos às coisas mais belas da nossa vida, mas que as desfrutemos plenamente, desde que estejamos dispostos a oferecê-las a Ele, como Abraão, e Deus as devolve a nós como um presente, como Isaque.

IV.

A beleza do conto da Transfiguração ainda não acabou, há duas outras coisas bonitas:

1. A voz de Deus Pai: pela segunda e última vez Deus Pai intervém (depois de falar no dia do baptismo de Jesus no Jordão) para dizer 3 coisas de enorme ternura. “Este é o meu filho” (parece ouvir aqueles pais ou mães que se orgulham quando mostram aos outros o seu tesouro “este é o meu filho”). Segunda palavra: "O amado". Deus declara seu amor por seu Filho, Ele não só o ama, mas também o diz a todos. Devemos dizer a nossos filhos que os amamos e eles devem saber que são amados. E a terceira palavra que diz: "Ouça-o". Deus nos convida a ouvir seu Filho, ele se reconhece nele, em suas palavras, em suas escolhas ... então seguir seu Filho Jesus é seguir o Pai (Jesus também disse "Eu e o Pai somos um": portanto, também os filhos não devem apenas amar seus pais, mas também dizer-lhes o seu amor).

2. “Já não viam ninguém senão Jesus”. Isso para mim é uma das frases mais bonitas do Evangelho. Moisés, que representa a lei antiga, e Elias, que representa a profecia do Antigo Testamento, desapareceram, estão superados, não são mais necessários. Agora só existe Jesus e tudo o resto sobra. Uma vez que conhecemos Jesus, podemos desconhecer todo o resto. (Cristocentrismo).

V.

Se no domingo passado disse a todos para semearem flores para embelezar o mundo, hoje digo a todos que cuidem de si e de sua beleza interior. Nestes dias de medo dos contágios, desejo que todos contraiam o contágio da "Síndrome de Pedro", ou seja, saibam se encantar pela beleza de Deus e tomem consciência de que devemos ser pessoas bonitas porque somos testemunhas no mundo da "Beleza Absoluta".



🇬🇧 STENDHAL'S SYNDROME

A reflection for the 2nd Sunday, Lent -B (28-02-2021)

<Mc. 9.2-10 (The Transfiguration).


I.

Some people suffer from a disorder called "Stendhal's syndrome". It is a transient psycho-somatic disorder that is unleashed in some subjects when they are faced with a work of art or architecture of enormous beauty. This vision provokes a strong emotional reaction, a sort of "contemplative ecstasy". These people say they feel overwhelmed by the beauty of the work of art and have the sensation of leaving their body (depersonalisation) and reality (derealization) and various other effects such as tachycardia, panic, fainting.

This syndrome took its name from the french writer Stendhal, who first spoke of it in his book "Rome, Naples and Florence" of 1817 where he recounts the reaction he had when visiting the Basilica of Santa Croce in Florence. It is also called "Florence Syndrome" because it is in this city where the greatest number of cases have been recorded.

II.

I think that Peter also suffered something similar on Mount Tabor, seeing the Transfiguration of Jesus. He had a kind of "Stendhal syndrome ante litteram" when entranced he approaches the teacher and says "how nice it is to be here". Peter is enchanted by it, kidnapped not by a "great beauty", but by "absolute beauty". However, there is a big difference: if to cure Stendhal's syndrome the remedy is to move away from the work of art that triggered the reaction, on the contrary Peter wants to remain fixed in front of the absolute beauty: "let's make three tents". The Gospel tells us that Peter did not know what to say because he was enraptured by fear. More than fright he was kidnapped by a beauty never seen before that left him breathless and speechless.

God is too nice. Have you already noticed? Have you already tasted a little of his beauty? Have you even caught a glimpse of his face? Did you hear his breath?, did you smell him? These are drops of eternity and infinity that illuminate our numbered days and our finite space.

Each of us surely has already felt something, otherwise at this moment he would not be here to want to meet him, listen, eat his body… We all have a little Stendhal's syndrome, or rather the "Peter's syndrome", when every Sunday we come here and feel that it is "good for us to be here" with the Lord.

III.

Our Christian faith has always been combined with beauty. It is enough just to see here in Rome, the city of the ”great beauty" as Sorrentino says, to realize that Christianity and beauty have always gone hand in hand. Pope Benedict XVI in his great catechesis insisted on the "via pulcretudinis" (way of beauty) as a privileged path to reach God. Pope Francis too often speaks of beauty. Last week he said in a speech to young people: "You young people are the poets of a new human beauty." Already Dostoevsky in his novel "The Idiot" said through the mouth of Prince Miškin; "The beauty will save the world". Outside of beauty there is only ugliness and we do not want to live in ugliness.

We must never speak of passion and death without speaking of resurrection (we heard St. Paul in the second reading: "Christ Jesus is dead" and then he corrects himself immediately "indeed he is risen"). We must not talk about the desert without saying that the desert will flourish.

Last Sunday I told you that for this Lent we must not make sacrifices (“fioretti”), because we have already made many sacrifices for the pandemic and we are making more. So for this Lent no “fioretti”, but as I said: sow flowers (and I reminded you the beneficial effects of “garden therapy”). In this way we turn every desert into a garden.

Even in today's first reading, God does not ask Abraham to sacrifice what is most beautiful in his life, namely his son Isaac born in old age, but God gives the son back to his father as a gift. God does not want us to renounce the most beautiful things in our life but enjoy them fully, as long as, like Abraham, we are willing to offer them to Him, and He gives them back to us as a gift, like Isaac.

IV.

The beauty of the story of the Transfiguration is not over yet, there are two other beautiful things:

1. The voice of God the Father: for the second and last time God the Father intervenes (after speaking on the day of Jesus' baptism in the Jordan) to say 3 things of enormous tenderness. "This is my son" (it seems to hear those fathers or mothers who are proud when they show others their treasure "this is my son"). Second word: "The beloved". God declares his love for his Son, not only loves him, but he also says it to everybody. We must tell our children that we love them and they must know that they are loved. And the third word that says: "Listen to him". God invites us to listen to His Son, He recognizes Himself in Him, in His words, in His choices… so follow the Son Jesus is to follow the Father (Jesus also said “I and the Father are one”: therefore also children must not only love their parents but must also tell them their love).

2. “They no longer saw anyone but Jesus”. This for me is one of the most beautiful phrases of the Gospel. Moses, who represents the ancient law and Elijah who represents the prophecy of the Old Testament, have disappeared, are outdated, no longer needed. Now there is only Jesus and everything else is advancing. Once we have known Jesus, we can ignore everything else (Christocentrism).

V.

If last Sunday I told everyone to sow flowers to beautify the world, today I tell everyone to take care of themselves and their inner beauty. In these days of fear of contagions, I wish everyone to contract the contagion of the "Peter's Syndrome", that is to know how to be enchanted by the beauty of God and become aware that we must be beautiful people because we are witnesses in the world of the ”Absolute Beauty”.


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