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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 L’AMORE È NELL’ARIA 🇵🇹 O AMOR ESTÁ NO AR


🇮🇹 L’AMORE È NELL’ARIA. “LOVE IS IN THE AIR”

(Testo e video in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la Solennità di Pentecoste (28–5-2023)

< Gv 20,19-23 (Ricevete lo Spirito Santo)

I.

Quando andavo al liceo, negli anni ’70, era uscita una canzone che mi piaceva molto e che cantavo spesso e penso che molti di voi la ricorderanno: “Love is in the air” (Everywhere I look around) di John Paul Young, lanciata nel 1977. Una canzone iconica degli anni 70 che ebbe un grande successo. A me piaceva molto per il suo ritmo gioioso (disco-pop) e per il suo testo molto bello che diceva: “L’amore è nell'aria / lo vedo in giro ovunque… / In ogni sguardo, ogni suono… / nel sussurro degli alberi… / nel rumore del mare… / nel sorgere del sole / nel tramonto…”.

Questa canzone mi è ritornata in mente in questi giorni mentre preparavo questa riflessione sulla Pentecoste. Qual è la più bella definizione di Dio che ci ha dato San Giovanni Apostolo? Dio è amore! Quindi dire “Love is in the air” è come dire “God is in the air”, Dio è nell’aria, nel sussurro degli alberi, nel rumore del mare, nel sole… dappertutto.

II.

Una volta una persona mi ha detto: ma perché quando predichi ti perdi a parlare di tante cose, musica, arte, letteratura, cinema… e non vai dritto alla parola di Dio? Ma io vado dritto alla parola di Dio, del Verbo che parla attraverso tutte le cose. Dio è nell’aria, e per usare le parole della canzone “lo vedo in giro ovunque”.

Anche Gesù quando predicava raccontava tante cose rifacendosi alla cultura del tempo: parlava di pecore, di pastori, di vignaioli etc. usando esempi che tutti potevano capire perché inerenti alla loro vita quotidiana. Se Gesù invece di essere venuto sulla terra 2000 anni fa venisse in questi giorni, probabilmente non parlerebbe di pecore o vigne ai nostri ragazzi che non hanno mai visto una pecora o un vigneto dal vivo ma solo in televisione o in internet. Penso che userebbe immagini conosciute da tutti. Chissà forse per descrivere l’unione tra Lui e noi non direbbe più “Io sono la vite e voi i tralci, se il tralcio non è unito alla vite non serve a nulla”, ma direbbe “io sono l’energia elettrica e voi gli smartphone, se la batteria non viene caricata lo smartphone non serve a nulla”. Forse invece dell’esempio del pastore e le pecore direbbe “io sono il CEO della ditta e voi gli impiegati. Il CEO che è buon leader (buon pastore) non abbandona la ditta e licenzia gli operai quando ci sono difficoltà, ma fa di tutto per superare la crisi… etc.”

III.

Quando medito sulla parola di Dio cerco di leggerla incarnandola nella nostra cultura, scoprendo come Dio è presente dappertutto e ci parla attraverso ogni cosa. Perché da quando è disceso lo Spirito Santo su questa terra, tutto è santificato, o come diceva Pasolini “tutto è santo”: lui cercava la sacralità nella realtà concreta rifiutando la separazione tra sacro e profano. E ha ragione: infatti non esiste una realtà naturale accanto a quella soprannaturale, ma tutto è soprannaturale, perché tutto è di Dio. Tutto è santo, Dio è presente in tutto. Essendo Spirito non è evidente agli occhi, per questo dobbiamo raffinare i nostri sensi per percepire la sua presenza.

Nel novembre dell’anno scorso sono andato alla fiera di arte moderna e contemporanea nella splendida location della Nuvola di Fuksas qui all’EUR. Tra le migliaia di opere esposte nessuna di loro (o forse una o due) era espressamente di tema religioso. Se noi andassimo in qualsiasi altro museo vediamo che la maggioranza delle opere sono a tema religioso. Eppure, anche così, alla fiera della Nuvola ho intravisto la bellezza di Dio che traspariva da tutte quelle opere, come quando per esempio si contempla un tramonto che non è un’immagine sacra, e si percepisce la bellezza del creatore. Gli artisti, magari senza neanche accorgersene, trasmettono nelle loro opere qualcosa di divino, perché l’arte è qualcosa di sacro e poetico che profuma di infinito. Se fosse qualcosa di meramente umano non avrebbe un granché da trasmettere. Sta a noi raffinare i nostri sensi e percepire la presenza di Dio in ogni cosa.

IV.

La discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste ha rivoluzionato la vita degli apostoli, li ha scaraventati fuori dal cenacolo che puzzava di stantio per lanciarli nel mondo ad annunciare il vangelo. È quello che ci chiede Papa Francesco quando parla di “Chiesa in uscita”, e cioè uscire dalle sagrestie che sanno di muffa per andare incontro al mondo, alla cultura, agli uomini d’oggi, proponendo loro la nostra più grande ricchezza che è la parola di Dio, traducendola in un linguaggio corrente. Chiesa in uscita per aiutare gli uomini e le donne del nostro tempo a raffinare i sensi per percepire il profumo di Dio anche in mezzo al tanfo delle nostre città.

Penso sia questa la missione della Chiesa soprattutto per l’uomo contemporaneo occidentale: riportare l’uomo disincantato del nostro tempo alla sua verità più profonda. Partendo proprio dalle sue illusioni sulle quali ha costruito il senso della sua esistenza.

Vent’anni fa l’artista danese Olafur Eliasson, divenne famoso per aver montato nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra la sua magnifica opera “The weather project”, e cioè aveva ricreato il sole con un enorme pannello retroilluminato e ricoperto il soffitto della Turbine Hall con pannelli riflettenti dando così un effetto stupefacente. Sembrava proprio di essere davanti al sole abbagliante del tramonto. E i londinesi si sdraiavano sul pavimento come quando noi ci sdraiamo davanti al sole. Per loro che a Londra il sole lo vedono raramente quell’illusione poteva soddisfarli, ma per noi che il sole lo vediamo sempre non possiamo accontentarci di un sole fasullo.

Ecco penso che il ruolo della Chiesa oggi sia proprio quello di smascherare i soli fasulli che illuminano artificialmente la nostra vita, per arrivare a farsi illuminare, scaldare e purificare dal sole vero, che è Dio.

V.

Per concludere. Qualcuno ha scritto: “Se l’amore è nell’aria probabilmente io sono sottovuoto”.

Non abbiamo motivo di preoccuparci, anzi, siamo felici, perché dal giorno di Pentecoste lo Spirito Santo ha riempito tutto di sé, non solo l’aria, ma anche il nostro sottovuoto.


  • Nell’immagine di fondo: “The weather project” di Olafur Eliasson, Turbine All - Tate Modern - London - 2003

  • Nella musica di fondo: Love Is In The Air - Piano Interpretation - John Paul Young



🇵🇹 O AMOR ESTÁ NO AR. "LOVE IS IN THE AIR"

(Texto e vídeo em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para a solenidade de Pentecostes (28-5-2023)

<Jo 20,19-23 (Recebei o Espírito Santo)

I.

Quando eu andava no liceu, nos anos 70, foi lançada uma canção que eu adorava e cantava com frequência, e penso que muitos de vós se lembrarão dela: "Love is in the air" (Everywhere I look around) de John Paul Young, lançada em 1977. Uma canção icónica dos anos 70 que foi um grande sucesso. Eu gostava dela pelo seu ritmo alegre (disco-pop) e pela sua letra muito bonita que dizia: "O amor está no ar / Vejo-o em todo o lado... / Em cada olhar, em cada som... / no sussurro das árvores... / no som do mar... / no nascer do sol / no pôr-do-sol...".

Esta canção veio-me à mente nestes dias, enquanto preparava esta reflexão sobre o Pentecostes.

Qual é a mais bela definição de Deus que o apóstolo São João nos deu? Deus é amor! Por isso, dizer “Love is in the air” é como dizer “God is in the air”, Deus está no ar, no sussurro das árvores, no som do mar, no sol... em todo o lado.

II.

Uma pessoa disse-me um dia: porque é que, quando pregas, te perdes a falar de tantas coisas, música, arte, literatura, cinema... e não vais directamente à palavra de Deus? Mas eu vou directamente à palavra de Deus, da Palavra que fala através de todas as coisas. Deus está no ar e, como diz a canção, "vejo-o em todo o lado".

Também Jesus, quando pregava, dizia muitas coisas baseadas na cultura da época: falava das ovelhas, dos pastores, dos vinhateiros, etc., com exemplos que todos podiam compreender porque eram inerentes à sua vida quotidiana. Se Jesus, em vez de vir à terra há 2000 anos, viesse nos dias de hoje, provavelmente não falaria de ovelhas ou de vinhas aos nossos filhos que nunca viram uma ovelha ou uma vinha ao vivo, mas apenas na televisão ou na Internet. Penso que usaria imagens que toda a gente conhece. Talvez, para descrever a união entre Ele e nós, já não dissesse "Eu sou a videira e vós os ramos, se o ramo não estiver unido à videira não serve para nada", mas diria "Eu sou a electricidade e vós o smartphone, se a bateria não estiver carregada o smartphone não serve para nada". Em vez do exemplo do pastor e das ovelhas, talvez dissesse: "Eu sou o CEO o director-geral da empresa e vós sois os empregados. O CEO que é um bom líder (bom pastor) não abandona a empresa e despede os trabalhadores quando há dificuldades, mas faz tudo para ultrapassar a crise... etc."

III.

Quando medito a palavra de Deus, procuro lê-la encarnando-a na nossa cultura, descobrindo como Deus está presente em todo o lado e nos fala através de tudo. Porque desde que o Espírito Santo desceu sobre esta terra, tudo é santificado, ou como dizia Pasolini "tudo é santo": ele procurava a sacralidade na realidade concreta, rejeitando a separação entre sagrado e profano. E tem razão: de facto, não existe uma realidade natural ao lado da sobrenatural, mas tudo é sobrenatural, porque tudo é de Deus. Tudo é santo, Deus está presente em tudo. O facto de ser Espírito não é evidente aos olhos, e é por isso que temos de refinar os nossos sentidos para perceber a sua presença.

Em Novembro do ano passado, fui à feira de arte moderna e contemporânea na bela location da Nuvola de Fuksas, aqui na EUR em Roma. Entre as milhares de obras expostas, nenhuma delas (ou talvez uma ou duas) tinha uma temática explicitamente religiosa. Se fôssemos a qualquer outro museu, veríamos que a maioria das obras têm una temática religiosa. Mesmo assim, na exposição da Nuvola, vislumbrei a beleza de Deus a brilhar através de todas aquelas obras, como quando, por exemplo, se contempla um pôr-do-sol que não é uma imagem sagrada, e se percebe a beleza do criador. Os artistas, talvez sem se aperceberem, transmitem algo de divino nas suas obras, porque a arte é algo de sagrado e poético que cheira a infinito. Se fosse algo meramente humano, não teria muito a transmitir. Cabe-nos a nós refinar os nossos sentidos e perceber a presença de Deus em tudo.

IV.

A descida do Espírito Santo no dia de Pentecostes revolucionou a vida dos apóstolos, lançou-os para fora do cenáculo fétido para o mundo para anunciar o Evangelho. É o que nos pede o Papa Francisco quando fala da "Igreja em saída", ou seja, sair das sacristias que cheiram a mofo e ir ao encontro do mundo, da cultura, dos homens de hoje, propondo-lhes a nossa maior riqueza, que é a palavra de Deus, traduzindo-a na linguagem do quotidiano. Igreja em saída para ajudar os homens e as mulheres do nosso tempo a refinar os seus sentidos para perceberem o perfume de Deus mesmo no meio do fedor das nossas cidades.

Penso que é esta a missão da Igreja, sobretudo para o homem ocidental contemporâneo: reconduzir o homem desencantado do nosso tempo à sua verdade mais profunda. Partindo precisamente das ilusões sobre as quais construiu o sentido da sua existência.

Há vinte anos, o artista dinamarquês Olafur Eliasson tornou-se célebre por ter montado na Turbine Hall da Tate Modern, em Londres, a sua magnífica obra "The weather project", em que recriou o sol com um enorme painel retroiluminado e cobriu o tecto da Turbine Hall com painéis reflectores, criando assim um efeito maravilhoso. Era como estar em frente ao deslumbrante sol poente. E os londrinos deitavam-se no chão como nós nos deitamos em frente ao sol. Para eles, que raramente vêem o sol em Londres, esta ilusão podia satisfazê-los, mas para nós, que vemos o sol a toda a hora, não podemos ficar satisfeitos com um sol falso.

Aqui penso que o papel da Igreja hoje é precisamente o de desmascarar os falsos sóis que iluminam artificialmente a nossa vida, para que possamos vir a ser iluminados, aquecidos e purificados pelo verdadeiro sol, que é o Espírito Santo de Deus.

V.

Para concluir. Alguém escreveu: "Se o amor está no ar, eu estou provavelmente no vácuo".

Não temos razão para nos preocuparmos, pelo contrário, somos felizes, porque desde o dia de Pentecostes o Espírito Santo encheu tudo de si, não só o ar, mas também o nosso vácuo.


- Na imagem de fundo: "The weather project" de Olafur Eliasson, Turbine All - Tate Modern - Londres -2003

- Na música de fundo: Love Is In The Air - Piano Interpretation - John Paul Young

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