top of page

I FUOCHI D'ARTIFICIO DELLA FEDE      


ree

CAMMINO DI NATALE 2025/6

OTTAVA DI NATALE

Commento al Vangelo del

Vangelo: Gv 1,1-18 

I. Come tutti gli anni, poco prima della mezzanotte dell'ultimo giorno dell'anno, anche stanotte saliremo sul terrazzo sul tetto della nostra casa, qui a Roma, sui colli Portuensi. È un luogo privilegiato, perché da lì si gode di un panorama a trecentosessanta gradi su tutta la città. E allo scoccare della mezzanotte inizia lo spettacolo straordinario: Roma si accende. Migliaia e migliaia di fuochi d'artificio esplodono in ogni quartiere. Luci, colori, rumori, un intreccio di bagliori che riempie il cielo e il cuore di allegria. È uno spettacolo che, ogni volta, riesce a sorprendere.

II. Anche noi ora siamo qui per far scoppiare dei fuochi d'artificio. Non sul tetto della città, ma nel cuore della Chiesa. I nostri fuochi d'artificio sono le parole che canteremo tra poco con il "Te Deum". Un canto antichissimo e solenne. Un'esplosione di gioia e di gratitudine. Un canto che osa dire cose grandi, cose meravigliose.

"Te lodiamo, o Dio,

ti proclamiamo Signore.

A te, eterno Padre,

venera tutta la terra.

A te cantano gli angeli

e tutte le potenze dei cieli:

Santo, Santo, Santo

il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni

della tua gloria.

Ti acclama il coro glorioso degli apostoli,

ti loda la schiera dei profeti,

ti esalta l'esercito dei martiri.

A te per tutta la terra

proclama la santa Chiesa:

Padre di immensa maestà,

il tuo adorabile, vero e unico Figlio,

lo Spirito Santo Paraclito.

Tu sei il Re della gloria, Cristo,

Figlio unigenito del Padre".

In questo canto di lode si innesta il Vangelo che abbiamo appena ascoltato: il "Prologo di Giovanni". “In principio era il Verbo.” Non alla fine, ma all'inizio. Non nel buio, ma nella luce. L'ultimo giorno dell'anno non è soltanto una fine: è una véspera, una soglia. Non chiude, ma apre. Ci riporta all'origine. Ci ricorda che la nostra storia comincia non dal caos o dal caso ma da quella Parola che “era la luce vera, quella che illumina ogni uomo”.

Il "Te Deum" e il "Prologo di Giovanni" si incontrano proprio qui: nella gratitudine. Perché solo chi riconosce la luce può ringraziare. Solo chi sa di non essersi fatto da solo può lodare.

III. E tu? Sei pronto a far scoppiare stanotte la tua gratitudine? Sei pronto a dire grazie per tutto ciò che il Signore ti ha concesso, e anche per quello che non ha voluto darti? Sei pronto a gridargli, con tutto l'amore di cui sei capace, che lo ami e che lo ringrazi per il dono più grande che un uomo possa ricevere: la fede? Perché la fede è ciò che riempie di luce e di colore la vita. Molto più di tutti i fuochi d'artificio che stanotte vedremo dai nostri terrazzi. Quelli durano un istante. La luce di Dio, invece, dura per sempre.

 
 
 
Post: Blog2 Post

©2020 di Ezio Lorenzo Bono. Creato con Wix.com

bottom of page