I FUOCHI D'ARTIFICIO DELLA FEDE
- P. Ezio Lorenzo Bono, CSF
- 2 giorni fa
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CAMMINO DI NATALE 2025/6
OTTAVA DI NATALE
Commento al Vangelo del
31 Dicembre - VII giorno fra l'Ottava di Natale (31/12/2025)
Vangelo: Gv 1,1-18
I. Come tutti gli anni, poco prima della mezzanotte dell'ultimo giorno dell'anno, anche stanotte saliremo sul terrazzo sul tetto della nostra casa, qui a Roma, sui colli Portuensi. È un luogo privilegiato, perché da lì si gode di un panorama a trecentosessanta gradi su tutta la città. E allo scoccare della mezzanotte inizia lo spettacolo straordinario: Roma si accende. Migliaia e migliaia di fuochi d'artificio esplodono in ogni quartiere. Luci, colori, rumori, un intreccio di bagliori che riempie il cielo e il cuore di allegria. È uno spettacolo che, ogni volta, riesce a sorprendere.
II. Anche noi ora siamo qui per far scoppiare dei fuochi d'artificio. Non sul tetto della città, ma nel cuore della Chiesa. I nostri fuochi d'artificio sono le parole che canteremo tra poco con il "Te Deum". Un canto antichissimo e solenne. Un'esplosione di gioia e di gratitudine. Un canto che osa dire cose grandi, cose meravigliose.
"Te lodiamo, o Dio,
ti proclamiamo Signore.
A te, eterno Padre,
venera tutta la terra.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni
della tua gloria.
Ti acclama il coro glorioso degli apostoli,
ti loda la schiera dei profeti,
ti esalta l'esercito dei martiri.
A te per tutta la terra
proclama la santa Chiesa:
Padre di immensa maestà,
il tuo adorabile, vero e unico Figlio,
lo Spirito Santo Paraclito.
Tu sei il Re della gloria, Cristo,
Figlio unigenito del Padre".
In questo canto di lode si innesta il Vangelo che abbiamo appena ascoltato: il "Prologo di Giovanni". “In principio era il Verbo.” Non alla fine, ma all'inizio. Non nel buio, ma nella luce. L'ultimo giorno dell'anno non è soltanto una fine: è una véspera, una soglia. Non chiude, ma apre. Ci riporta all'origine. Ci ricorda che la nostra storia comincia non dal caos o dal caso ma da quella Parola che “era la luce vera, quella che illumina ogni uomo”.
Il "Te Deum" e il "Prologo di Giovanni" si incontrano proprio qui: nella gratitudine. Perché solo chi riconosce la luce può ringraziare. Solo chi sa di non essersi fatto da solo può lodare.
III. E tu? Sei pronto a far scoppiare stanotte la tua gratitudine? Sei pronto a dire grazie per tutto ciò che il Signore ti ha concesso, e anche per quello che non ha voluto darti? Sei pronto a gridargli, con tutto l'amore di cui sei capace, che lo ami e che lo ringrazi per il dono più grande che un uomo possa ricevere: la fede? Perché la fede è ciò che riempie di luce e di colore la vita. Molto più di tutti i fuochi d'artificio che stanotte vedremo dai nostri terrazzi. Quelli durano un istante. La luce di Dio, invece, dura per sempre.



