top of page

🇮🇹 ABBANDONARE NAZARETH 🇵🇹 DEIXAR NAZARÉ PARA ATRÁS 🇬🇧 ABANDONING NAZARETH


🇮🇹 ABBANDONARE NAZARETH

Una riflessione per IV Domenica TO -C (30-1-2022)

< Lc. 4,21-30 (Nessuno è profeta in Patria)

I.

Alla fine di ottobre dell’anno scorso, il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden quando incontrò Papa Francesco in Vaticano, gli disse “Lei è il più grande combattente per la pace che io conosca”. Anche i giornali prestigiosi come il New York Times e altri hanno detto che Papa Francesco è l’unica autorità morale a livello mondiale.

All’inizio del suo pontificato Papa Francesco parlava quasi esclusivamente di misericordia, del perdono di Dio, di amore… e aveva conquistato praticamente tutti. Però quando ha cominciato a parlare di cose più scottanti come l’egoismo che riduce alla miseria milioni di persone, la distruzione della natura causate dal capitalismo, la difesa della vita fin dal concepimento, il diritto dei migranti… e cioè quando ha cominciato a dire cose meno “concilianti” della misericordia e perdono, ecco che molti si sono rivoltati contro di lui.

II.

Qualcosa di simile è successo a Gesù quando si è presentato per la prima volta alla sinagoga della sua città di Nazareth per commentare le parole del profeta Isaia. All’inizio “erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. Quando però Gesù si rifiutò di fare quello che loro gli chiesero (“Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”) e quando parlò loro delle azioni di Dio fatte in favore degli stranieri (la vedova di Sarepta di Sidone e Naamàn, il Siro) ecco che tutti si riempirono di sdegno e volevano precipitarlo giù dal monte.

In un batter d’occhio i nazareni quando si accorsero che Gesù non corrispondeva alle loro aspettative, non faceva quello che gli hanno chiesto, sono passati dalla meraviglia alla furia omicida. Gesù era diventato scomodo come diventano scomodi coloro che ci contraddicono o non agiscono come noi ci aspetteremmo.

III.

Spesso siamo incapaci di tollerare qualcuno che pensa e agisce in modo indipendente, anche se si tratta di persone più vicine a noi. A volte vorremmo, magari inconsciamente, che le persone reagissero come i nostri amici cani che scodinzolano quando ci vedono, che ci regalano effusioni di gioia, vorremmo le persone che diciamo di amare fossero come dei cagnolini affettuosi, fedeli. Qualcuno arriva addirittura a sostenere che i cani sono meglio degli uomini e a preferire la loro compagnia a quella di un essere umano. Ci dimentichiamo però che i cani non hanno una volontà propria ma come ha spiegato una ricerca scientifica (guidata da Bridgett vonHoldt) dell’Università di Princeton, il loro comportamento è dettato da un gene (gene WBSCR17) responsabile della personalità e del carattere di un essere vivente. “La mutazione di questo gene, nell’uomo, può portare alla sindrome di Williams (Williams-Beuren), che comporta un ritardo mentale e, di conseguenza, maggiore espansività”.

Quindi se il cane “ci vuole bene” è perché condizionato dalla mutazione genetica, non dipende dalla sua volontà, mentre un essere umano ci vuole bene per scelta, non perché geneticamente determinato.

IV.

Nella sua prima udienza generale di quest’anno (5 gennaio 2022) Papa Francesco ha suscitato delle polemiche dicendo che molte coppie non vogliono avere figli però hanno due cani o due gatti. Certamente il Papa non ha voluto disprezzare gli animali (il nome che ha scelto come pontefice è quello del poverello di Assisi grande amante degli animali) e neppure non ignora le difficoltà di chi per varie ragioni economiche, sociali, fisiche non può avere figli (chi più di Papa Francesco è vicino a chi ha difficoltà?). Ma è indubbio che nessun legame con un animale può sostituire quello con un essere umano: se un padre o una madre dicesse di amare più il cane che il figlio, capite che c’è qualcosa di anomalo. Così come è anomalo scagliarsi contro chi ritiene sia meglio avere un figlio piuttosto che un cane. “Negare maternità e paternità ci toglie umanità” ha detto il Papa. Eppure quante reazioni (spesso isteriche) si sono scatenate sui social contro di lui. Perché chi dice certe verità scomode, da fastidio. Come da sempre i profeti hanno dato fastidio e sono stati sempre perseguitati.

V.

È interessante vedere come Gesù ha reagito. O meglio come non ha reagito. Non ha cercato di correggere il tiro, di spiegarsi o piegarsi, non ha cercato un consenso. Ma semplicemente se ne va. Riprende il cammino. Abbandona Nazareth, la sua città e non vi ritornerà più. Non si è trattenuto. Non ha perso altro tempo. C’è un mondo intero che lo aspetta oltre la piccola e ammuffita Nazareth.

I suoi compaesani volevano buttarlo giù dal monte, ma non fecero nulla. Nessuno può buttare giù Dio. Prima di morire Gesù disse “Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo” (Gv.10,17-18).

Gesù è libero, non dipende dai consensi o dai like degli altri.

La vita continua anche se apparentemente sembra che non piaciamo a nessuno: anche se non veniamo compresi non disperiamoci, non finisce mica il cielo. Magari è l’occasione per lasciarci dietro tante Nazareth ammuffite che appesantiscono e invecchiano la nostra vita. Non perdiamo altro tempo. Di fronte a gente incattivita e abbruttita non lasciamoci incattivire e abbruttire, non tratteniamoci un minuto in più.

Gesù “passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Mettiamoci anche noi in cammino dietro a Gesù, senza guardare indietro, al nostro passato, ai nostri errori di un tempo.

Non dimentichiamo che la cosa più importante del nostro cammino, non è da dove veniamo, ma dove siamo diretti.



🇵🇹 DEIXAR NAZARÉ PARA ATRÁS

Uma reflexão para IV Domingo TO -C (30-1-2022)

< Lc. 4:21-30 (Ninguém é profeta no seu próprio país)

I.

No final de Outubro do ano passado, o Presidente dos Estados Unidos da América, Joe Biden, quando se encontrou com o Papa Francisco no Vaticano, disse-lhe: “Você é o maior lutador pela paz que eu conheço". Até jornais de prestígio como o New York Times e outros disseram que o Papa Francisco é a única autoridade moral do mundo.

No início do seu pontificado, o Papa Francisco falava quase exclusivamente de misericórdia, do perdão de Deus, do amor... e conquistou praticamente toda a gente. Mas quando ele começou a falar de questões mais candentes como o egoísmo que reduz milhões de pessoas à miséria, a destruição da natureza causada pelo capitalismo, a defesa da vida desde a concepção, os direitos dos migrantes... ou seja, quando ele começou a dizer coisas menos "conciliatórias" do que a misericórdia e o perdão, muitos se voltaram contra ele.

II.

Algo semelhante aconteceu a Jesus quando apareceu pela primeira vez na sinagoga da sua cidade natal de Nazaré para comentar as palavras do profeta Isaías. No início o evangelho nos diz que “ficaram admirados com as palavras de graça que Lhe saíam da boca". No entanto, quando Jesus se recusou a fazer o que eles Lhe pediram ("O que ouvimos aconteceu em Cafarnaum, fá-lo aqui na tua pátria!") e quando Jesus lhes falou das acções de Deus em favor dos estrangeiros (como a viúva de Sarepta de Sidon e Naaman, o sírio), eles ficaram cheios de indignação e quiseram atirá-lo da montanha.

Num abrir e fechar de olhos, quando os nazarenos perceberam que Jesus não correspondia às suas expectativas, e não queria fazer o que Lhe pediram, passaram da admiração à fúria assassina. Jesus tinha-se tornado um ecómodo tal como aqueles que nos contradizem ou não agem como seria de esperar.

III.

Muitas vezes nós somos incapazes de tolerar alguém que pensa e age independentemente de nós, mesmo que sejam as pessoas mais próximas de nós. Por vezes desejamos, talvez inconscientemente, que as pessoas reagissem como os nossos amigos cães que abanam a cauda quando nos vêem, que nos dão efusões de alegria. Gostaríamos que as pessoas que gostamos fossem como cãozinhos carinhosos e fiéis. Alguns chegam ao ponto de afirmar que os cães são melhores que os homens e preferem a sua companhia à de um ser humano. No entanto, esquecemos que os cães não têm vontade própria, mas como demonstrou uma pesquisa científica (liderada por Bridgett vonHoldt) da Universidade de Princeton, o seu comportamento é ditado por um gene (gene WBSCR17) responsável pela personalidade e carácter de um ser vivo. "A mutação deste gene, nos humanos, pode levar à síndrome de Williams (Williams-Beuren), o que envolve retardamento mental e, consequentemente, uma maior expansividade".

Portanto, se o cão "nos ama" é porque está condicionado pela mutação genética, não depende da sua vontade, enquanto que um ser humano nos ama por escolha e não porque é geneticamente determinado.

IV.

Na sua primeira audiência geral deste ano (5 de Janeiro de 2022), Papa Francisco provocou polémica ao dizer que muitos casais não querem ter filhos, mas têm dois cães ou dois gatos. Certamente o Papa não quis desprezar os animais (o nome que escolheu como pontífice é o do “poverello” de Assis, um grande amante de animais) e também o Papa não ignora as dificuldades daqueles que por várias razões económicas, sociais e físicas não podem ter filhos (quem está mais próximo daqueles que têm dificuldades do que o Papa Francisco?). Mas não há dúvida de que nenhuma ligação com um animal pode substituir a relação com um ser humano: se um pai ou uma mãe dissesse que ama mais o seu cão do que o seu filho, compreenderiam que há algo de anormal. Tal como é anormal chicotear aqueles que pensam que é melhor ter um filho do que um cão. "A negação da maternidade e da paternidade rouba-nos a humanidade" disse o Papa. No entanto, tantas reacções (frequentemente histéricas) têm sido desencadeadas nas redes sociais contra ele. Porque aqueles que falam certas verdades incómodas são irritantes. Tal como os profetas: sempre foram um incómodo e sempre foram perseguidos.

V.

É interessante ver como Jesus reagiu. Ou melhor, como não reagiu. Não tentou corrigir a situação, explicar-se ou dobrar-se, não procurou um consenso. Mas Ele simplesmente foi-se embora. Retomou a viagem. Deixa Nazaré, a sua cidade, e nunca mais regressará. Não se demorou, não perdeu mais tempo. Há um mundo inteiro à sua espera para além da pequena e bolorenta Nazaré.

Os seus compatriotas queriam joga-lo de baixo da montanha, mas não fizeram nada. Ninguém pode deitar Deus abaixo. Antes de morrer, Jesus disse: "Eu dou a minha vida, e vou retoma-la de novo. Ninguém ma tira de mim; eu a dou de mim mesmo. Tenho o poder de a dar e o poder de a retomar" (Jo 10,17-18).

Jesus é livre, ele não depende do consenso ou do gosto (like) dos outros.

Mesmo que pareça que ninguém gosta de nós a vida continua igualmente: mesmo que não sejamos compreendidos, não desesperemos, não é o fim do céu. Talvez esta seja uma oportunidade de deixar para trás tantas Nazaré bolorentas que pesam e envelhecem as nossas vidas. Não percamos mais tempo. Face a pessoas más e feias, não nos deixemos influenciar, não fiquemos ali nem um minuto a mais.

Jesus "passando entre eles, retomou o caminho”.

Vamos também nós seguir a Jesus, sem olharmos para trás, para os nossos erros do passado.

Não esqueçamos que o mais importante na nossa viagem não é de onde viemos, mas para onde vamos.



🇬🇧 ABANDONING NAZARETH

A reflection for IV Sunday TO -C (30-1-2022)

< Lk. 4:21-30 (No one is a prophet in his own country)

I.

At the end of October last year, the President of the United States of America, Joe Biden, when he met Pope Francis at the Vatican, told him "You are the greatest fighter for peace that I know". Even prestigious newspapers like the New York Times and others have said that Pope Francis is the world's only moral authority.

At the beginning of his pontificate, Pope Francis spoke almost exclusively of mercy, of God's forgiveness, of love... and he won over practically everyone. But when he began to talk about more burning issues such as the selfishness that reduces millions of people to misery, the destruction of nature caused by capitalism, the defence of life from conception, the rights of migrants... that is, when he began to say things less "conciliatory" than mercy and forgiveness, many turned against him.

II.

Something similar happened to Jesus when he first appeared in the synagogue of his home town of Nazareth to comment on the words of the prophet Isaiah. At first "they were amazed at the words of grace that came from his mouth". However, when Jesus refused to do what they asked him to do ("What we heard happened in Capernaum, do it here in your homeland!") and when he spoke to them about God's actions on behalf of foreigners (the widow of Sarepta of Sidon and Naaman, the Syrian), they were filled with indignation and wanted to throw him off the mountain.

In the twinkling of an eye, when the Nazarenes realised that Jesus did not meet their expectations, did not do what they asked, they went from amazement to murderous fury. Jesus had become uncomfortable just as those who contradict us or do not act as we would expect become uncomfortable.

III.

We are often unable to tolerate someone who thinks and acts independently, even if they are the closest people to us. We sometimes wish, perhaps unconsciously, that people would react like our dog friends who wag their tails when they see us, who give us outpourings of joy, we would like the people we say we love to be like affectionate, loyal little dogs. We would like the people we say we love to be like affectionate, loyal dogs. Some even go so far as to claim that dogs are better than humans and prefer their company to that of a human being. However, we forget that dogs do not have a will of their own, but as scientific research (led by Bridgett vonHoldt) from Princeton University has explained, their behaviour is dictated by a gene (WBSCR17 gene) responsible for a living being's personality and character. "Mutation of this gene, in humans, can lead to Williams syndrome (Williams-Beuren), which involves mental retardation and, consequently, greater expansiveness".

So if the dog 'loves us' it is because it is conditioned by the genetic mutation, not dependent on its will, whereas a human being loves us by choice, not because it is genetically determined.

IV.

In his first general audience of this year (5 January 2022) Pope Francis provoked controversy by saying that many couples do not want to have children but have two dogs or two cats. Certainly the Pope did not want to despise animals (the name he chose as pontiff is that of the 'poverello' of Assisi, a great animal lover) and neither does he ignore the difficulties of those who for various economic, social and physical reasons cannot have children (who is closer to those who have difficulties than Pope Francis?). But there is no doubt that no bond with an animal can replace that with a human being: if a father or mother said they loved their dog more than their child, you would understand that there is something abnormal. Just as it is abnormal to lash out at those who think it is better to have a child than a dog. "Denying maternity and paternity robs us of humanity," said the Pope. Yet so many reactions (often hysterical) have been unleashed on social networks against him. Because those who speak certain uncomfortable truths are annoying. Just as prophets have always been a nuisance and have always been persecuted.

V.

It is interesting to see how Jesus reacted. Or rather how he did not react. He did not try to correct the situation, to explain himself or to bend, he did not seek a consensus. But He simply goes away. He resumes the journey. He leaves Nazareth, his city, and will never return. He did not linger. He has wasted no more time. There is a whole world waiting for him beyond the small, mouldy Nazareth.

His countrymen wanted to throw him down from the mountain, but they did nothing. No one can knock God down. Before dying, Jesus said: "I give my life, only to take it again. No one takes it from me; I give it of myself. I have the power to give it and the power to take it up again" (Jn 10:17-18).

Jesus is free, he does not depend on the consensus or the likes of others.

Life goes on even if it seems that no one likes us: even if we are not understood, let us not despair, it is not the end of heaven. Maybe this is an opportunity to leave behind so many mouldy Nazareths that weigh down and age our lives. Let us not waste any more time. In the face of people who are incensed and depleted, let us not allow ourselves to be incensed and depleted, let us not linger one minute longer.

Jesus "passing among them, set out".

Let us also set out after Jesus, without looking back at our past, at our mistakes of the past.

Let us not forget that the most important thing in our journey is not where we come from, but where we are going.

25 visualizzazioni0 commenti
Post: Blog2 Post
bottom of page