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ACCAREZZAMI IL CUORE

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ACCAREZZAMI IL CUORE < Gv. 6,51-58 *Una riflessione per Domenica 14-06-2020 (Corpus Domini). I.

Molti anni fa quando ero un giovane prete, avevo partecipato a una riunione di sacerdoti, durante la quale due preti avevano discusso e litigato tra loro fino ad arrivare a scambiarsi insulti pesanti. Dopo la riunione, siamo andati tutti a celebrare la Santa Messa e al momento dello scambio della pace, uno dei due litiganti si è avvicinato all’altro per dargli il segno della pace. L’altro però si rifiutò di porgergli la mano ma subito dopo si avvicinò all’altare per fare la comunione. II. Sono passati circa trent’anni da quell’avvenimento, eppure quella scena mi è sempre rimasta impressa nella mente come un monito su come è possibile vivere una schizofrenia spirituale profonda, e cioè una divisione tra “assistere” alla messa e “celebrare” la messa. Assistere e celebrare sono due cose molto diverse: alla messa è possibile assistere come uno spettatore, come al cinema o al teatro o a uno show davanti a un palco. Celebrare invece non è assistere ma agire, non è essere spettatore ma attore, non davanti al palco ma sul palco. III. Durante la nostra vita a quante messe abbiamo “assistito” e quante messe abbiamo “celebrato”? Le messe “assistite” sono tutte quelle dalle quali siamo usciti come eravamo entrati, senza nessun cambiamento, senza nessuna emozione, con le stesse avversità e discordie di prima. Le messe “celebrate” invece sono quelle dalle quali siamo usciti diversi da come siamo entrati, con un’emozione nel cuore che ci ha rasserenati, che ci ha riconciliati con Dio e con le persone. IV. L’eucarestia è qualcosa che ci trasforma e purifica entrando in contatto con Lei. Non dobbiamo pensare che l’eucarestia è un premio per i buoni, per i senza peccato. È vero che San Paolo lancia moniti severi sulle condizioni necessarie per partecipare all’eucarestia (ma che devono essere interpretate nel loro giusto contesto). In realtà però il Vangelo di Giovanni ci dice che Gesù accoglie al banchetto dell’ultima cena persone sporche, alle quali lui ha lavato i piedi. Si può entrare al banchetto sporchi ma si deve uscire puliti. Lo sbaglio di quel prete che non aveva perdonato il confratello non fu quello di aver iniziato la messa con l’odio verso l’altro, ma di aver finito la messa ancora con lo stesso odio. Dunque aveva “assistito” all’eucarestia ma non aveva “celebrato“ l’eucarestia. Non si è lasciato lavare i piedi, è uscito ancora sporco come era entrato. V. Quando noi sacerdoti durante la messa scendiamo tra i banchi a distribuire l’eucarestia alcune persone ci dicono “no, no, non mi sono confessato”. Il problema, cari fratelli e sorelle, non è entrare in chiesa non riconciliati, ma è uscire di chiesa ancora non riconciliati. Come se nulla fosse avvenuto. Uscire di chiesa come eravamo prima di entrare è il vero problema ed è anche una perdita di tempo. Sarebbe come entrare in una lavanderia con la nostra borsa piena di panni sporchi, restare lì dentro parlando e cantando e uscire dopo mezz’ora o un’ora ancora con la nostra stessa borsa piena di panni sporchi. Cosa ci siamo andati a fare in lavanderia? VI. Entrare in chiesa, non solo per la messa ma anche da soli, per una visita a Gesù eucaristico, vuol dire fare un’esperienza che ci tocca, è fare un incontro con Qualcuno che ci ascolta e ci accarezza il cuore. E noi lo sappiamo che c’è una differenza enorme tra l’entrare nelle nostre chiese cattoliche o in quelle evangeliche o protestanti. Non solo perché, essendo esenti dalla furia iconoclasta delle altre chiese protestanti, le nostre chiese sono piene di bellezza e di arte, ma soprattutto perché c’è la presenza dell’Eucarestia. Entrare in una chiesa cattolica non è come entrare in una sala o in un museo, ma è entrare in una casa dove il padrone di casa è presente, ci accoglie, ci ascolta, ci fa sentire a casa e non ci fa mai sentire soli. VII. Che bello incontrare il nostro Dio che si è fatto carne. E anche qui che differenza enorme col Dio degli ebrei o di altre religioni che non solo non si può vedere ma neanche nominare. Il nostro Dio invece non solo si è fatto vedere incarnandosi, ma si lascia toccare e addirittura mangiare. Cosa vogliamo di più di questo? Il fatto è che con l’eucarestia noi abbiamo il dono più grande che si possa immaginare e non ce ne rendiamo conto. Se ce ne rendessimo conto, diceva il Santo Curato d’Ars, impazziremmo dalla gioia. VIII.

Cominciamo allora già da questa S.Messa a “celebrare” e non a “assistere”, lasciandoci trasformare da Gesù eucaristico. Anche se siamo entrati sporchi, lasciamoci lavare i piedi da Gesù, per uscire puliti veramente nel più profondo di noi stessi. E durante questa settimana troviamo del tempo per entrare in chiesa per una visita a Gesù eucarestia e lasciamoci accarezzare il cuore da Lui, per imparare anche noi ad accarezzare il cuore dei nostri fratelli. (eziolorenzobono@hotmail.com)

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