top of page
Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 BLUE MIND (MENTE BLU) 🇵🇹 BLUE MIND (MENTE AZUL)


🇮🇹 BLUE MIND (MENTE BLU)

(testo e video in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la IV Domenica del Tempo Comune A (29-1-2023)

< Mt 5,1-12 (Le Beatitudini)

I.

Tu hai una “red Mind” o una “blue Mind”? (Una mente rossa o una mente blu?).

Per mente rossa si intende uno stato di vita sempre in frenetico movimento, tipico della vita stressante delle metropoli.

Per mente blu invece si intende uno stato di vita più calmo, meditativo, sereno. Perché “blu”? Blu, come l’acqua del mare, come il cielo. (“Blu Celeste” come direbbe Blanco). Il ricercatore californiano e biologo marino, Wallace Nichols, ha studiato gli effetti dell’acqua sulla mente umana e ha pubblicato i risultati della sua ricerca nel suo libro uscito pochi anni fa dal titolo programmatico: “Blue Mind: la scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa renderti più felice, più sano, più connesso e migliore in ciò che fai”.

Il contatto con l’acqua (soprattutto con il mare) provoca varie reazioni positive sul nostro corpo.

Il blu, secondo la cromoterapia è un colore che da sollievo, favorisce la tranquillità (si consiglia di usare anche lenzuola blu per dormire meglio).

Il mare suscita una connessione biologica positiva, perché noi siamo al 75% fatti di acqua; passiamo i primi 9 mesi di esistenza nell’ambiente acqueo del grembo materno, gli antenati (la vita) uscirono dal mare; etc..

Il contatto visivo del mare rilassa e suscita una sensazione di benessere .

Il mare rinvigorisce le menti stanche (soprattutto quelle stressate dalla tecnologia), aumenta i livelli di creatività, di empatia e anche di generosità e di compassione. Rafforza il sistema immunitario. Diminuisce l’ansia più efficacemente dei farmaci.

Il mare è un’esperienza totalizzante che attiva un vero e proprio stato di felicità e coinvolge tutti e cinque i sensi: la vista con la bellezza dei colori dell’acqua; l’udito col moto delle onde; l’odorato col profumo della salsedine; il tatto con la sensazione dell’acqua (o della brezza del mare) sulla pelle; il gusto con il sapore di sale (sapore di mare).

Potremmo dire al mare “You fill up my senses” come diceva John Denver nella sua bella canzone “Annie’s song” (che sentiamo nella musica di sottofondo).

II.

Anni fa Luca Carboni nella sua canzone “Silvia lo sai” diceva: “I professori non chiedevano mai se eravamo felici”.

Il bravo pedagogo Giuseppe Vico, nel suo libro sui fini dell’educazione diceva che uno degli obiettivi dell’educazione è il raggiungimento del Bene e della felicità. Per questo egli proponeva come fine prioritario e fondamentale dell’educazione le “Beatitudini” (quelle che abbiamo sentito nel Vangelo di oggi).

Se il mare o altri rimedi per essere felici possono riempire i nostri sensi, le Beatitudini possono riempire il nostro essere, la nostra anima, la nostra essenza. Gandhi ha detto che le Beatitudini sono “le parole più alte che l’umanità abbia ascoltato”, la pagina di letteratura e spiritualità più importanti della storia. Ma noi che da 2000 anni abbiamo questo grande manifesto della felicità, semplicemente non lo ignoriamo. Abbiamo fin da subito catalogato le Beatitudini come un messaggio anacronistico e quindi è rimasto inascoltato. Eppure quella delle Beatitudini è una logica che ci cambia il cuore, che cambia il mondo, che ci cambia assimilandoci a Dio.

Cosa bisogna fare allora secondo le Beatitudini per essere beati, felici?

Essere “semplici” (beati i poveri di spirito) in un mondo tanto complicato e difficile;

Essere “sensibili” (beati coloro che piangono) in un mondo di indifferenza e menefreghismo;

Essere “dolci” (beati i miti) in un mondo pieno di arroganti e presuntuosi;

Essere “giusti” (beati gli affamati di giustizia) in un mondo di prepotenti e usurpatori;

Essere “trasparenti” (beati i puri di cuore) in un mondo di inganni e sporcizia;

Essere “pacifici” (beati gli operatori di pace) in un mondo di odio e violenza;

Essere “forti” (beati i perseguitati per la giustizia) in un mondo di corruzione e di sopraffazione;

Essere “fedeli” (beati gli insultati, perseguitati, calunniati) in un mondo di traditori e di spergiuri.

III.

Tutte queste Beatitudini riguardano la nostra relazione con gli altri. E se noi ci prendiamo cura della felicità degli altri, Dio si prende cura della nostra felicità.

Non solo Dio darà un futuro garantito (avranno, saranno, vedranno…) ma garantisce anche il presente …”beati, perché vostro è il Regno dei Cieli”. Perché essere semplici, sensibili, dolci, giusti, trasparenti, pacifici, forti e fedeli rende bella la nostra vita già ora, su questa terra, perché già ora è nostro il Regno dei Cieli. E noi siamo già beati anche senza rendercene conto pienamente. Così come quando ci troviamo di fronte al mare e abbiamo una sensazione di felicità, anche se non siamo a conoscenza delle spiegazioni scientifiche al riguardo.

Attiviamo la nostra mente per essere felici e operiamo il passaggio dalla “red Mind” alla “blu Mind”. Non è sufficiente scoprire il mare per essere felici (anche se è un’ottima terapia). Bisogna scoprire il senso della felicità. E noi lo scopriamo domenica dopo domenica quando veniamo alla celebrazione eucaristica dove non sentiremo l’odore del mare, ma il profumo di Dio.

IV.

Per concludere. Wallace Nichols nel suo libro scrive “In un’epoca in cui siamo legati alle àncore dello stress, della tecnologia, dell’esilio dal mondo naturale, del soffocamento professionale, dall’ansia personale e delle spese per la salute, e privi di un’autentica privacy, sciogliere gli ormeggi è meraviglioso”:

Si, Wallace ha visto giusto: il cammino della felicità inizia dallo sciogliere gli ormeggi dal porto di partenza (“Red Mind”) per andare verso il mare aperto (“Blue Mind”). Ha dimenticato però di indicare il porto di arrivo che non può essere lo stesso della partenza (altrimenti ritorneremmo alla “Red Mind”). Quello che forse Wallace non ha ancora trovato è il porto finale, dove si trova la felicità, la beatitudine. La felicità, come ci dicono oggi le Beatitudini, non la troveremo nel “Blue Mind”, né tantomeno nel “Red Mind”, ma nel “God Mind”, e cioè nella mente di Dio.


(Nella musica di sottofondo: “Annie’s song” piano Miguel Martinez)



🇵🇹 BLUE MIND (MENTE AZUL)

(texto e vídeo em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para o Quarto Domingo do Tempo Comum A (29-1-2023)

< Mt 5,1-12 (As Bem-aventuranças)

I.

Você tem uma “Red Mind” ou uma “BLU MIND”? (Uma mente vermelha ou uma mente azul?).

Uma mente vermelha significa um estado de vida que está sempre num movimento frenético, típico da vida estressante da metrópole.

Uma mente azul, por outro lado, refere-se a um estado de vida mais calmo, meditativo e sereno. Porquê 'azul'? Azul, como a água do mar, como o céu. (“Blu celeste", como diria Blanco). O investigador e biólogo marinho californiano, Wallace Nichols, estudou os efeitos da água na mente humana e publicou os resultados da sua pesquisa no seu livro que saiu há alguns anos com o título programático: “Blu Mind: a ciência surpreendente que mostra como estar perto, sobre, dentro ou debaixo de água pode torná-lo mais feliz, mais saudável, mais ligado e melhor no que faz".

O contacto com a água (especialmente com o mar) causa várias reacções positivas no nosso corpo.

O azul, segundo a cromoterapia, é uma cor calmante que promove a tranquilidade (os lençóis azuis são também recomendados para um melhor sono).

O mar suscita uma ligação biológica positiva, porque somos 75% feitos de água; passamos os primeiros 9 meses de existência no ambiente aquoso do útero, os antepassados (vida) saíram do mar; etc.

O contacto visual do mar relaxa e desperta uma sensação de bem-estar.

O mar revigora as mentes cansadas (especialmente as stressadas pela tecnologia), aumenta os níveis de criatividade, empatia e até de generosidade e compaixão. Fortalece o sistema imunitário. Diminui a ansiedade de forma mais eficaz do que os medicamentos.

O mar é uma experiência abrangente que activa um verdadeiro estado de felicidade e envolve os cinco sentidos: visão com a beleza das cores da água; audição com o movimento das ondas; cheiro com o aroma da salinidade; toque com a sensação na pele da água (ou da brisa do mar); sabor com o sabor do sal (sabor do mar).

Poderíamos dizer ao mar 'You fill up my senses', como John Denver disse na sua bela canção 'Annie's song' (que ouvimos na música de fundo).

II.

Anos atrás, Luca Carboni disse na sua canção 'Silvia lo sai': 'Os professores nunca nos perguntaram se estávamos felizes'.

O bom pedagogo Giuseppe Vico disse no seu livro sobre os fins da educação que um dos objectivos da educação é a realização do Bem e da felicidade. Foi por isso que propôs as 'Bem-aventuranças’ (as que ouvimos no Evangelho de hoje) como o fim primário e fundamental da educação.

Se o mar ou outros remédios para a felicidade podem encher os nossos sentidos, as Bem-aventuranças podem encher o nosso ser, a nossa alma, a nossa essência. Gandhi disse que as Bem-aventuranças são "as palavras mais elevadas que a humanidade alguma vez ouviu", a página mais importante da literatura e da espiritualidade da história. Mas nós, que tivemos este grande manifesto de felicidade durante 2000 anos, simplesmente o ignoramos. Desde o início classificámos as Bem-aventuranças como uma mensagem anacrónica e, por conseguinte, não foi ouvida. No entanto, a das Bem-aventuranças é uma lógica que muda os nossos corações, que muda o mundo, que nos muda ao assimilar-nos a Deus.

O que se tem então de fazer de acordo com as Bem-aventuranças para ser felizes?

Ser "simples" (felizes são os pobres de espírito) num mundo tão complicado e difícil;

Ser "sensível" (felizes são aqueles que choram) num mundo de indiferença e egoismo;

Ser 'gentil' (felizes são os mansos) num mundo cheio de arrogantes e presunçosos;

Ser "justo" (felizes são famintos de justiça) num mundo de valentões e usurpadores;

Ser "transparente" (felizes são os puros de coração) num mundo de engano e imundície;

Ser "pacífico" (felizes são os pacificadores) num mundo de ódio e violência;

Ser "forte" (felizes são os perseguidos por justiça) num mundo de corrupção e opressão;

Ser "fiel" (felizes são os insultados, perseguidos, caluniados) num mundo de traidores e perjuradores.

III.

Todas estas Bem-aventuranças são sobre a nossa relação com os outros. E se nos preocupamos com a felicidade dos outros, Deus preocupa-se com a nossa felicidade.

Não só Deus providenciará um futuro garantido (possuirão, terão, verão...) mas também garante o presente... “bem-aventurados, pois vosso é o Reino dos Céus". Porque ser simples, sensível, gentil, justo, transparente, pacífico, forte e fiel torna a nossa vida bela já agora, nesta terra, porque já agora é nosso o Reino dos Céus. E já somos bem-aventurados mesmo sem nos apercebermos disso. Tal como quando estamos diante do mar e temos um sentimento de felicidade, mesmo que não estejamos conscientes das explicações científicas para tal.

Activamos a nossa mente para sermos felizes e fazemos a transição da ‘Red Mind’ para a ‘Blu Mind’. Não é suficiente descobrir o mar para ser feliz (embora seja uma grande terapia). É preciso descobrir o significado da felicidade. E descobrimo-lo domingo após domingo, quando chegamos à celebração eucarística onde não sentiremos o cheiro do mar, mas sim o perfume de Deus.

IV.

Para concluir. Wallace Nichols escreve no seu livro: "Numa época em que estamos amarrados às âncoras do stress, da tecnologia, do exílio do mundo natural, do sufocamento profissional, da ansiedade pessoal e das despesas de saúde, e privados de privacidade genuína, afrouxar as nossas amarras é maravilhoso":

Sim, Wallace acertou: o caminho para a felicidade começa com a desamarração do porto de partida (“Red Mind”) para o mar aberto (“Blu Mind”). No entanto, Wallace esqueceu-se de indicar o porto de chegada, que não pode ser o mesmo que o porto de partida (pois neste caso voltaríamos à “Red Mind”). O que Wallace talvez ainda não tenha encontrado é o porto final, onde se encontra a felicidade plena, a bem-aventurança. A felicidade plena, como nos dizem hoje as Bem-aventuranças, não se encontra na ‘Blu Mind’, nem tampoco na ‘Red Mind’, mas na “’God Mind”, na ‘Mente de Deus'.


(Na música de fundo: "Annie's song" piano Miguel Martinez)


103 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

コメント


Post: Blog2 Post
bottom of page