RICORDARE = RIPORTARE AL CUORE
- P. Ezio Lorenzo Bono, CSF 
- 24 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min

Una riflessione per la
Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti (Messa I) (02/11/2025)
Vangelo: Gv 6,37-40
I.
Ognuno di noi, almeno una volta, si è chiesto com'è fatto il Paradiso. Ligabue, in una sua canzone, domanda ironicamente: “Chissà se in cielo passano gli Who?”. Il grande teologo Hans Urs von Balthasar confidava che, se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto sedersi in cielo accanto a Mozart - perché il Paradiso, diceva, dev'essere pieno di musica. Io, personalmente, vorrei sedermi accanto a Rachmaninov, e ascoltare il suo Concerto n. 2, ma suonato dagli angeli. Claudio Baglioni una volta disse: “Non voglio andare in Paradiso, se da lì non si vede il mare.” E forse ognuno di noi porta dentro un'immagine simile: un luogo di pace, di bellezza, dove ritrovare chi abbiamo amato e da cui non vorremmo più separarci.
Nel corso dei secoli, tanti hanno provato a immaginare il Paradiso. Dante lo ha descritto come una “candida rosa” di luce, dove ogni anima trova posto nel disegno perfetto di Dio. C.S. Lewis scrisse che “il cielo non è un sogno troppo bello per essere vero, ma la realtà di cui ogni sogno terreno è solo un'ombra.” Borges lo immaginava come una biblioteca infinita, piena di tutte le parole che abbiamo cercato e di tutte quelle che non abbiamo mai trovato. E Tolstoj diceva che il Paradiso dev'essere un luogo dove si continua ad amare, perché “l'amore è la vera vita dell'anima.” Ognuna di queste immagini è solo un frammento, un balbettio nel tentativo umano di dire l'indicibile.
II.
E dopo aver ascoltato i poeti, i teologi e i cantautori, lasciamo parlare Gesù.Nella sua preghiera al Padre dice: «Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me, dove sono io, perché contemplino la mia gloria» (Gv 17,24). E ancora, consola i discepoli con parole che sembrano scritte per ciascuno di noi: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore... io vado a prepararvi un posto, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,2-3).
Ecco il Paradiso secondo Gesù: non un luogo da visitare, ma una comunione da vivere. Non un paesaggio, ma una Presenza. Non sappiamo come sarà il cielo, ma sappiamo con chi saremo. L'essenziale è che saremo con Lui - e con tutte le persone che abbiamo amato e che ci hanno amato.E se poi ci sarà la musica degli Who, di Mozart o di Rachmaninov, se ci saranno libri e se si vedrà il mare... sarà un di più. Un “di più” che Dio ha preparato per chi lo ama, molto più grande di quanto possiamo immaginare o sperare.
III.
Il giorno dei morti, in fondo, è il giorno della speranza e dell'amore che non muore. Non è la festa dell'assenza, ma della presenza. Non è il giorno dei morti, ma il giorno dei vivi: vivi in Dio, vivi nell'amore, vivi in noi.
E se oggi andremo al cimitero, o parteciperemo alla Messa, sarà come offrire un piccolo regalo ai nostri cari - come il dono che si porta a un compleanno, per dire: “Mi sono ri-cordato di te”, cioè “ti ho riportato al cuore”. E in quel momento, sentiremo il palpito del loro cuore che batte ancora per noi: perché i nostri cari non hanno bisogno di “ricordarci”, cioè di “riportarci al cuore”, perché dal loro cuore non siamo usciti mai.







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