IL CANTO DELLA MATURITÀ
- P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

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Commento al Vangelo del
24 Dicembre (24/12/2025)
Vangelo: Lc 1,67-79
I. Ci sono momenti nella vita in cui non riusciamo a capire esattamente che cosa sta succedendo e perché stia succedendo; eppure avvertiamo un'intuizione che ci rasserena.Non è che i problemi siano spariti, ma abbiamo la sensazione che qualcosa dentro di noi stia cominciando a rimettersi in ordine. Non tutto è risolto, le difficoltà rimangono, ma siamo noi a essere diversi: sentiamo come se qualcuno tenesse il filo della storia, anche se noi non lo vediamo.
II. Il Magnificat di Maria e il Benedictus di Zaccaria sono due canti di ringraziamento e di gioia, ciascuno con una sua particolarità. Maria canta subito: canta giovane, canta all'inizio, canta con il futuro tutto aperto davanti a sé. Non sa come andrà a finire, non conosce ancora la croce e il dolore. Eppure canta, perché Dio è entrato nella sua vita.Zaccaria, invece, canta dopo la prova, dopo il silenzio. Ha dubitato, ha taciuto, ha dovuto attendere. Il suo canto nasce dalla memoria: riconosce che Dio è fedele, che mantiene le promesse, che guida la storia. Maria canta guardando avanti; Zaccaria canta guardando indietro. Ma entrambi cantano non perché hanno capito tutto, bensì perché hanno capito una cosa sola: c'è Dio dietro tutto questo.
III. Anche noi spesso non capiamo ciò che ci sta accadendo. Non capiamo certe sofferenze, certi silenzi, certi ritardi. Ma Maria e Zaccaria ci insegnano che non è necessario capire tutto per cantare. È sufficiente sapere che Dio ha capito, che Dio vede il disegno intero.Il canto non è l'atto finale di chi ha tutte le risposte, ma l'atto fiducioso di chi si affida. E allora il Natale che celebreremo questa notte è proprio questo: imparare a cantare anche quando la vita è ancora un mistero, certi che nelle mani di Dio il mistero è già diventato promessa, nel bambino che accoglieremo stanotte.




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