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🇮🇹 DE-PIXELLARE IL MONDO 🇵🇹 DES-PIXELAR O MUNDO


🇮🇹 DE-PIXELLARE IL MONDO

(Video e testo in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la XIX Domenica del Tempo Comune (22-10-2023)

< Mt 22,15-21 (Rendere a Cesare quel che è di Cesare)

I.

Nei nostri giorni stiamo assistendo a una trasformazione impattante della cultura e società, simile in certi versi al capovolgimento avvenuto nella prima metà del secolo scorso che era stato caratterizzato da due fenomeni. Il primo era quello della svolta linguistica, dove con l'affermazione della filosofia del linguaggio, non è più il soggetto o la coscienza il centro della riflessione filosofica, ma il linguaggio, che diventa la casa dell'essere (Heidegger, ma anche Wittegstein, l'ermeneutica di Gadamer o la grammatologia di Derrida...). Il secondo fenomeno fu quello dell'irrompere dell'era, o della civiltà o della società dell'immagine dove, anche qui, l'essere non è più ciò che è ma ciò che appare. Anche se il post-modernismo aveva già messo in crisi l'idea di verità, il linguaggio manteneva però la sua funzione critica e l'immagine era sostanzialmente rappresentazione della realtà, dove il parlante e l'osservante era sempre l'uomo.

La rivoluzione in corso nei nostri giorni ha ripreso la dimensione del linguaggio e dell'immagine, ma svuotandoli della loro valenza veritativa (come ci aveva già abituato il postmodernismo) e affrancandoli dall'orizzonte antropologico. Ora non è più l'uomo che parla, che ritrae la realtà, ma una macchina.

Con l'introduzione nel novembre scorso (2022) del nuovo strumento linguistico del ChatGPT (del quale ne abbiamo già parlato), una macchina può interagire con te, produrre articoli, giornali e libri, come se fosse una persona umana. Con l'introduzione dell'immagine digitale, e in questi mesi dell'immagine sintetica, la macchina non riproduce più la realtà come la rappresentava precedentemente la macchina fotografica, ma in base ad algoritmi, ricrea ambienti e volti di persone che non esistono. Impressionante è il sito "questa persona non esiste" dove vengono mostrate migliaia di fotografie, apparentemente molto reali, di persone che in realtà non esistono. Ecco che vengono coniati neologismi, come "algorealismo" che sostituisce il "fotorealismo". L’immagine di sintesi (frutto appunto dall'intrecciarsi di algoritmi) non è più una “trascrizione isomorfica del reale” come lo era invece l’immagine fotorealistica (Rodowick) che era la rappresentazione realistica visuale di oggetti, ambienti o persone reali, ma una sua invenzione. Jussi Parikka nel suo saggio Operational Images (2023) parla di visualità divenuta oramai postumana (post-human visuality).

II.

L'anno scorso al MAXXI di Roma è stata allestita un'interessante mostra di Thomas Hirschhorn dal titolo "The purple line" con l'esposizione di circa duecento pannelli che mostravano immagini prese da internet e che sono poi state pixelate, come una specie di censura imposta per salvaguardare l'osservante e l'osservato. La questione che viene sollevata però è chi decide cosa deve essere visto e cosa no? La sensibilità o l'ipersensibilità dipende dal soggetto che guarda. L'artista invita quindi in un viaggio attraverso la sua purple line a depixellare le immagini e rieducare la nostra visualità. Hirschhorn ricerca una sensibilità, che guarda con occhio vigile e cosciente quello che ha intorno, senza negarlo; invece l’ipersensibilità, porta spesso alla censura ed è, secondo l’artista, paradossalmente legata all’autoprotezione e all’esclusione dell’altro.

In uno dei talk dal titolo "L’era dell’immagine. Riscoprire la dimensione sacra e autentica dell'esistenza" realizzato ai margini di questa mostra, si è detto che attraverso le immagini costruiamo la nostra identità personale, dove emerge non ciò che siamo ma ciò che appariamo, schiavi del mito della bellezza (basta pensare a quanto si ricorre ai programmi di fotoritocco per migliorare le proprie sembianze). Distinguere qui il vero dal falso è una battaglia persa. Obiettivo dell'algoritmo infatti non è la verità, né la nostra felicità, ma l'engagement, cioè tenerci incollati il più possibile alla piattaforma, indipendentemente se quello che ci viene mostrato sia vero o falso. Assistiamo al declino della forma scritta per comunicare, sostituita dai reels brevi, immagini accattivanti, che ci esonerano dallo sforzo di un "pensiero lungo". Daqui la necessità di "rieducare" il nostro sguardo, attraverso una "depixellazione" di ciò che osserviamo.

III.

Mi piace vedere in questa pratica di "depixellazione" un processo educativo, una specie di "ritorno alla riflessione". Non si tratta di condannare l'era dell'immagine sintetica, né dell'intelligenza artificiale, perché sono una grande risorsa oltre che a un punto di non ritorno, ma di un invito a vigilare ancora di più, per discernere ciò che è fittizio da ciò che è reale, ciò che è menzogna da ciò che è verità. Depixellare dovrebbe significare una ripresa della fatica del pensare, del pensiero lungo, quando invece sembra che la capacità di attenzione dell'uomo d'oggi, soprattutto dei giovani, sia di 30 secondi, la durata di un reel, di un video breve. Educare quindi a estendere la capacità di riflessione, operare una "detiktokkizzazione" dei nostri adolescenti e giovani, rieducando la loro capacità di pensare e di guardare la realtà con occhi diversi.

Anche il progetto del Patto Educativo Globale mira a una "depixellazione" della realtà, proponendo di rileggere l'educazione con occhi diversi: non più un'educazione orientata al mantenimento delle strutture di ingiustizia della nostra società basata sulla competitività, la crescita senza fine, l'accumulo dei capitali in poche mani, etc.: questa è "l'immagine di Cesare" che un certo tipo di educazione elitista, "esclusiva e escludente" come dice Papa Francesco, vuole mantenere. L'educazione invece che cambierà il mondo sarà quella basata sulla solidarietà, sul servizio, sull'eccellenza per tutti, non solo per pochi privilegiati.

IV.

Anche qui immagino che molti si chiederanno: ma che cosa c'entra tutto questo con il vangelo di oggi? Io penso che anche Gesù oggi ci invita a "depixellare" la realtà, quando mostrando agli astanti la moneta con l'effige di Cesare chiede "di chi è questa immagine?". L'immagine di Cesare sulla moneta è rappresentazione della visione di un mondo basata sul potere, la ricchezza, i beni materiali, il possesso, il divertimento, il piacere... e quindi nell'immagine di Cesare è rappresentato tutto quello che l'uomo "dal pensiero corto" aspira maggiormente. Gesù invece invita ad ampliare lo sguardo e la mente, andando oltre, fissando un'altra immagine, che non è quella di Cesare, ma è Lui stesso, Gesù, immagine del Padre ("Chi vede me vede il Padre"). E ci ricorda che noi non siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Cesare, ma a immagine e somiglianza di Dio. Non si tratta di scegliere tra due alternative, o Dio o il mondo come due opzioni possibili, perché esiste una sola via, che è quella di Dio. Tutto è di Dio, tutto è Dio, non esiste nulla al di fuori di Lui. È questa la verità che dobbiamo "depixellare" ai nostri giovani: in un mondo come il nostro che vuol mettere sullo stesso piano la falsificazione, la finzione, la menzogna, dobbiamo, come cristiani, rieducare l'uomo alla verità, alla riflessione, alla contemplazione, o come diceva il talk di cui sopra: "Riscoprire nell'era dell'immagine, la dimensione sacra e autentica dell'esistenza".

V.

Per concludere.

Umberto Eco nel 2015 durante la cerimonia di consegna di una Laurea honoris causa disse: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». La posizione di Eco mi sembra troppo radicale come di quelli della massa che non vogliono far parte della massa.

Invece di volere censurare (o pixellare) gli altri, cerchiamo piuttosto di rieducarci tutti insieme a uno sguardo nuovo (depixellazione), per imparare a vedere il mondo non attraverso gli occhi dei vari cesari di turno, ma attraverso gli occhi di Dio.


  • Immagine di fondo: opera di Thomas Hirschhorn dalla mostra "The purple line"

  • Musica di fondo: Alexander Malofeev Plays Tchaikovsky The Nutcracker - Pas de deux



🇵🇹 DES-PIXELAR O MUNDO

(Vídeo e texto em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para o XIX Domingo do Tempo Comum (22-10-2023)

< Mt 22,15-21 (Dai a César o que é de César)

I.

Nos nossos dias, estamos a assistir a uma impactante transformação da cultura e da sociedade, semelhante, de certo modo, à revolução que teve lugar na primeira metade do século passado e que se caracterizou por dois fenómenos. O primeiro foi o da viragem linguística, em que, com a afirmação da filosofia da linguagem, já não é o sujeito ou a consciência o centro da reflexão filosófica, mas a linguagem, que se torna a casa do ser (Heidegger, mas também Wittegstein, a hermenêutica de Gadamer ou a gramática de Derrida...). O segundo fenómeno foi o da irrupção da época, ou civilização ou sociedade da imagem onde, também aqui, o ser já não é o que é, mas o que parece ser. Se o pós-modernismo já tinha posto em causa a ideia de verdade, a linguagem manteve a sua função crítica e a imagem era essencialmente uma representação da realidade, onde o locutor e observador era sempre o homem.

A revolução em curso no nosso tempo retomou a dimensão da linguagem e da imagem, mas esvaziando-as do seu valor de verdade (como o pós-modernismo já nos tinha habituado) e libertando-as do horizonte antropológico. Agora já não é o homem que fala, que retrata a realidade, mas uma máquina.

Com a introdução, em novembro passado (2022), da nova ferramenta linguística ChatGPT (de que já falámos), uma máquina pode interagir consigo, produzir artigos, jornais e livros, como se fosse uma pessoa humana. Com a introdução da imagem digital, e nestes meses da imagem sintética, a máquina já não reproduz a realidade tal como a câmara a representava anteriormente, mas, com base em algoritmos, recria ambientes e rostos de pessoas que não existem. Impressionante é o sito web "esta pessoa não existe", onde são apresentadas milhares de fotografias aparentemente muito reais de pessoas que de facto não existem. Aqui são cunhados neologismos, como "algorealismo" em substituição de "fotorrealismo". A imagem sintetizada (resultado do entrelaçamento de algoritmos) já não é uma "transcrição isomórfica da realidade" como era a imagem fotorrealista (Rodowick), que era a representação visual realista de objectos, ambientes ou pessoas reais, mas uma invenção própria. Jussi Parikka, no seu ensaio Operational Images (2023), fala de uma visualidade que se tornou pós-humana (post-human visuality).

II.

No ano passado, realizou-se no MAXXI, em Roma, uma interessante exposição de Thomas Hirschhorn intitulada "The purple line" (A linha púrpura), que apresentava cerca de duzentos painéis com imagens retiradas da Internet e depois pixeladas, como uma espécie de censura imposta para salvaguardar o observador e o observado. A questão que se coloca, no entanto, é quem decide o que deve ser visto e o que não deve? A sensibilidade ou hipersensibilidade depende do espetador. Assim, o artista convida-nos a uma viagem através da sua linha púrpura para depurar imagens e reeducar a nossa visualidade. Hirschhorn procura uma sensibilidade que olhe com um olhar atento e consciente para o que está à sua volta, sem o negar; a hipersensibilidade, por outro lado, conduz frequentemente à censura e está, segundo o artista, paradoxalmente ligada à auto-proteção e à exclusão do outro.

Numa dos talk intitulado "A Era da Imagem. Redescobrindo a dimensão sagrada e autêntica da existência", realizado à margem desta exposição, foi dito que através das imagens construímos a nossa identidade pessoal, onde não é o que somos mas o que aparentamos, escravos do mito da beleza (basta pensar no quanto recorremos a programas de retoque fotográfico para melhorar a nossa aparência). Aqui, distinguir o verdadeiro do falso é uma batalha perdida. O objetivo do algoritmo não é, de facto, a verdade, nem a nossa felicidade, mas o engagement, envolvimento, ou seja, manter-nos colados à plataforma o mais possível, independentemente de o que nos é mostrado ser verdadeiro ou falso. Estamos a assistir ao declínio da forma escrita de comunicar, substituída por reels, imagens chamativas, que nos dispensam do esforço de "pensar longo". Daí a necessidade de "reeducar" o nosso olhar, através de uma "despixelação" do que observamos.

III.

Gosto de ver nesta prática de "despixelação" um processo educativo, uma espécie de "regresso à reflexão". Não se trata de condenar a era da imagem sintética, nem da inteligência artificial, pois elas são um grande recurso e um ponto de não retorno, mas de um convite a estar ainda mais vigilante, a discernir o que é fictício do que é real, o que é mentira do que é verdade. Depixellar deveria significar uma retomada do esforço de pensar, do pensamento longo, quando, ao invés, parece que a capacidade de atenção do homem de hoje, especialmente dos jovens, é de 30 segundos, a duração de um reel, de um vídeo curto. Educar, portanto, para alargar a capacidade de reflexão, operando uma "detiktokação" dos nossos adolescentes e jovens, reeducando a sua capacidade de pensar e de olhar a realidade com outros olhos.

O projeto do Pacto Educativo Global visa também uma "despixelação" da realidade, propondo reler a educação com outros olhos: já não uma educação orientada para a manutenção das estruturas de injustiça da nossa sociedade baseada na competitividade, no crescimento sem fim, na acumulação de capital em poucas mãos, etc.: esta é "a imagem de César" que um certo tipo de educação elitista, "exclusiva e excludente" como diz o Papa Francisco, quer manter. A educação que mudará o mundo será aquela baseada na solidariedade, no serviço, na excelência para todos e não apenas para alguns privilegiados.

IV.

Também aqui imagino que muitos perguntarão: mas o que é que tudo isto tem a ver com o Evangelho de hoje? Penso que também hoje Jesus nos convida a "despixelar" a realidade, quando mostra aos espectadores a moeda com a efígie de César e pergunta: "De quem é esta imagem?". A imagem de César na moeda é a representação da visão do mundo baseado no poder, na riqueza, nos bens materiais, na posse, na curtição, no prazer... e, portanto, na imagem de César está representado tudo aquilo a que o homem "de pensamento corto" mais aspira. Jesus, pelo contrário, convida-nos a alargar o nosso olhar e a nossa mente, indo mais além, fixando uma outra imagem, que não é a de César, mas é Ele próprio, Jesus, a imagem do Pai ("Quem me vê, vê o Pai"). E recorda-nos que não fomos feitos à imagem e semelhança de César, mas à imagem e semelhança de Deus. Não se trata de escolher entre duas alternativas, ou Deus ou o mundo como duas opções possíveis, porque só há um caminho, que é o caminho de Deus. Tudo é de Deus, tudo é Deus, nada existe fora d'Ele. Esta é a verdade que temos de "despixelar" aos nossos jovens: num mundo como o nosso que quer igualar a falsificação, a ficção, a mentira, nós temos, como cristãos, de reeducar o homem para a verdade, a reflexão, a contemplação, ou como dizia o talk citado acima: "Redescobrir na era da imagem, a dimensão sagrada e autêntica da existência".

V.

Para concluir.

Umberto Eco disse em 2015, durante a cerimónia de atribuição de um diploma honoris causa: "As redes sociais dão o direito de falar a legiões de imbecis que costumavam falar apenas no bar, depois de um copo de vinho, sem prejudicar a comunidade. Eram imediatamente silenciados, mas agora têm o mesmo direito de falar que um Prémio Nobel. É a invasão dos imbecis". A posição de Eco parece-me demasiado radical como a daquele das massas que não querem fazer parte das massas.

Em vez de querermos censurar (ou pixelizar) os outros, tentemos antes reeducar-nos todos juntos para um novo olhar (despixelação), para aprendermos a ver o mundo não através dos olhos dos vários Césares que se alternam, mas através dos olhos de Deus.


- Imagem de fundo: obra de Thomas Hirschhorn da exposição "A linha púrpura".

- Música de fundo: Alexander Malofeev Plays Tchaikovsky The Nutcracker - Pas de deux

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