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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 IL TERZO OCCHIO 🇵🇹 O TERCEIRO OLHO 🇬🇧 THE THIRD EYE


🇮🇹 IL TERZO OCCHIO

(Video e testo in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la XXV Domenica del Tempo Comune (24–9-2023)

< Mt 20,1-16 (Gli operai dell'ultima ora)

I

Quanti occhi ha un uomo? La risposta per noi è scontata, ma per l'induismo, o il buddismo e alcune religioni esoteriche (come la New Age) l’uomo ha tre occhi. Il terzo è nascosto, interiore, localizzato dentro la fronte tra le sopracciglie (come un occhio latente atrofizzato). Secondo altri il terzo occhio corrisponde alla ghiandola pineale, che è chiamata pure "occhio dell'anima", che permette di vedere attraverso una percezione extra-sensoriale il 95 % della realtà che gli occhi fisici non possono vedere.

Per Cartesio la ghiandola pineale sarebbe proprio la sede della coscienza: o la sede principale dell’anima (nella quale la “res extensa” si unisce alla “res cogitans”.).

In internet si trovano molte tecniche per attivare o potenziare il terzo occhio attraverso rimedi sciamani o altre pratiche come per esempio la meditazione, ma non è questo ora il nostro interesse.

Anche nel cristianesimo ricorre l'idea dell'occhio dell'anima che ci permette di vedere cose che con gli occhi fisici non riusciamo a vedere, come nel caso dei discepoli di Emmaus che camminarono dei kilometri con Gesù ma solo alla fine "gli si aprirono gli occhi”; o gli occhi della Maddalena che solo dopo videro in Maestro, mentre prima vedevano solo un giardiniere. Anche i miracoli evangelici delle guarigione di ciechi simboleggiano il recupero della vista non tanto fisica, ma spirituale e cioè l'acquisizione di quella capacità che ci permette di vedere la realtà, con gli stessi occhi di Dio.

II.

Il Vangelo di oggi ci parla di ciechi che non avevano deficienze negli occhi, quelli anzi ci vedevano perfettamente perché hanno visto bene il salario dato ai lavoratori dell'ultima ora, ma erano ciechi nell'anima. Vedevano solo con il primo e secondo occhio. Gesù più volte nel Vangelo ci spinge a potenziare il “terzo occhio” che ci permette di guardare la realtà da un'altra prospettiva, quella di Dio. Allora secondo questa prospettiva vedremo che il salario non è proporzionale ai meriti ma ai bisogni di ciascuno. Vedremo che il rapporto che unisce l’uomo e Dio non è un rapporto sindacale, ma di eccedenza d’amore. Vedremo che l’attenzione per una pecora smarrita è superiore alla preoccupazione per 99 che sono al sicuro.

III.

Gli operai dell’ultima ora di cui ci parla la parabola di oggi, sono quegli uomini che durante la loro vita si sono persi lontano dal Signore e che e alla fine si sono ritrovati, o meglio, si sono lasciati trovare. Come possiamo come gli operai della prima ora “avere invidia” di coloro che solo al tramonto della loro vita (all’ultima ora del giorno) hanno incontrato il Signore mentre noi abbiamo avuto la fortuna di lavorare tutta la nostra vita nella vigna del Padre? Sarebbe come avere invidia degli invalidi che hanno il posto auto riservato sotto casa mentre noi dobbiamo fare magari dei kilometri per trovare un parcheggio: vediamo solo la fatica della ricerca ma ci dimentichiamo della fortuna di avere una buona salute! E’ la stessa invidia del fratello maggiore verso quello minore della parabola del figliol prodigo: perché tutta quella eccedenza d’amore del Padre verso chi ha voluto perdersi? Il “terzo occhio” ci permette di vedere con gli stessi occhi del Padre misericordioso, per il quale nessuno è scartato o buttato via. Tutti, anche coloro che si sono macchiati di crimini orrendi, alla fine potranno essere riscattati. È necessario però che si lascino trovare. Il Signore era uscito varie volte nella piazza per raccogliere gli operai: perché non li ha trovati prima? Dove s’erano cacciati tutto il giorno? Erano rimasti a dormire fino a quell’ora, oppure erano in giro a bighellonare? Il Signore li ha potuti trovare solo quando si sono lasciati trovare.

Che bello che il Signore ci ha trovati in piazza fin dall’inizio e non ci ha lasciato buttar via molto tempo della nostra vita a bighellonare senza di Lui. Eh si: una vita senza il Signore è un bighellonare a vuoto. Per vedere Gesù che ti cerca non bastano i primi due occhi, bisogna attivare il terzo occhio.

IV.

Per concludere.

Conoscete la storiella dei due infermi immobili nei letti di una stanza d’ospedale? Uno di loro aveva il letto vicino alla finestra e ogni giorno si sollevava un poco sul gomito e riferiva tutto ciò che vedeva all’altro che era lontano dalla finestra. Descriveva ogni volta il parco con il laghetto azzurro e i cigni bianchi, i bambini che giocavano, gli uccelli che volavano nell’aria, i fiori colorati e le piante che cambiavano i colori ad ogni stagione. Il secondo che non poteva vedere lo spettacolo dalla finestra ne era ugualmente felice immaginando tutta quella bellezza che gli veniva descritta. I due divennero molto amici. Quando un giorno il primo morì, il secondo chiese di occupare il suo letto vicino alla finestra, e quando sollevandosi un poco sul gomito guardò fuori per vedere finalmente lo spettacolo che gli veniva descritto ogni giorno, con sorpresa scoprì che dalla finestra si vedeva solo una parete bianca. Il suo amico morto era cieco, e non poteva vedere nemmeno la parete. Aveva immaginato tutto. O meglio, aveva visto tutto con il terzo occhio.




🇵🇹 O TERCEIRO OLHO

(Vídeo e texto em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para o XXV Domingo do Tempo Comum (24-9-2023)

< Mt 20,1-16 (Os trabalhadores da última hora)

I

Quantos olhos tem um homem? A resposta para nós é óbvia, mas para o hinduísmo, ou o budismo e algumas religiões esotéricas (comoNew Age) o homem tem três olhos. O terceiro é oculto, interior, situado no interior da testa, entre as sobrancelhas (como um olho latente atrofiado). Segundo outros, o terceiro olho corresponde à glândula pineal, também chamada "olho da alma", que permite ver, através da perceção extrassensorial, o 95 % da realidade que os olhos físicos não conseguem ver.

Para Descartes, a glândula pineal seria a sede da consciência, ou a sede principal da alma (na qual a "res extensa" se junta à "res cogitans").

No Internet, é possível encontrar muitas técnicas para ativar ou melhorar o terceiro olho através de remédios xamânicos ou outras práticas como a meditação, mas não é esse o nosso interesse agora.

Também no cristianismo é recorrente a ideia do "olho da alma", que nos permite ver coisas que não conseguimos ver com os nossos olhos físicos. Como aconteceu aos discípulos de Emaús, que andaram quilómetros com Jesus, mas só no fim "os seus olhos se abriram", ou como os olhos de Maria Madalena, que só mais tarde viram o Mestre, quando antes só viam um jardineiro. Também os milagres evangélicos da cura dos cegos simbolizam a recuperação da visão, não tanto física, mas espiritual, ou seja, a aquisição daquela capacidade que nos permite ver a realidade com os mesmos olhos de Deus.

II.

O Evangelho de hoje fala-nos de cegos que não tinham deficiência nos olhos, que viam perfeitamente, porque viam bem o salário dado aos trabalhadores da última hora, mas eram cegos de alma. Só viam com o primeiro e o segundo olho. Jesus exorta-nos várias vezes, no Evangelho, a reforçar o "terceiro olho", ou seja a ver a realidade de uma outra perspetiva, a de Deus. A partir dessa perspetiva, veremos que o salário não é proporcional aos méritos, mas às necessidades de cada um. Veremos que a relação entre o homem e Deus não é de relação sindical, mas de amor excedente. Veremos que a preocupação com a ovelha perdida é superior à preocupação com as 99 que estão a salvo.

III.

Os trabalhadores da última hora, de que nos fala a parábola de hoje, são aqueles homens que durante a sua vida se perderam longe do Senhor e que acabaram por se encontrar, ou melhor, se deixaram encontrar. Como podemos nós, como os operários da primeira hora, "ter inveja" daqueles que só no ocaso da sua vida (na última hora do dia) encontraram o Senhor, enquanto nós tivemos a sorte de trabalhar toda a nossa vida na vinha do Pai? Seria como invejar os inválidos que têm o lugar de estacionamento reservado debaixo da sua casa, enquanto nós temos de andar talvez quilómetros para encontrar um lugar de estacionamento: só vemos o cansaço da procura, mas esquecemos a sorte de ter boa saúde! É a mesma inveja do irmão mais velho em relação ao mais novo na parábola do filho pródigo: porquê tanto excesso de amor do Pai por aquele que quis se perder? O "terceiro olho" permite-nos ver com os mesmos olhos do Pai misericordioso, para quem ninguém é descartado ou deitado fora. Todos, mesmo aqueles que cometeram crimes horrendos, podem ser redimidos. É preciso, porém, que se deixem encontrar. O Senhor tinha saído várias vezes à praça para reunir os trabalhadores: porque é que não os encontrou mais cedo? Onde é que eles tinham passado o dia? Teriam estado a dormir até àquela hora, ou estariam a vaguear por aí? O Senhor só os pude encontrar quando eles se deixaram encontrar.

Que maravilha que o Senhor nos tenha encontrado na praça desde o início e não nos tenha deixado perder muito tempo da nossa vida a vaguear sem Ele. Ah, sim: uma vida sem o Senhor é uma vadiagem ociosa. Para ver Jesus que nos procura, não bastam os dois primeiros olhos, é preciso ativar o terceiro olho.

IV.

Para concluir.

Conhecem a pequena história dos dois doentes deitados imóveis nas suas camas num quarto de hospital? Um deles tinha a cama perto da janela e, todos os dias, levantava-se um pouco sobre o cotovelo e contava tudo o que via ao outro, que estava longe da janela. Descrevia cada vez o parque com o lago azul e os cisnes brancos, as crianças a brincar, os pássaros a voar no ar, as flores e plantas que mudavam de cor em cada estação. O segundo, que não podia ver o espetáculo da sua janela, estava igualmente feliz, imaginando toda aquela beleza que lhe era descrita. Os dois tornaram-se muito amigos. Quando um dia o primeiro morreu, o segundo pediu para ocupar a sua cama junto à janela e, quando se levantou um pouco sobre o cotovelo e olhou para fora para ver finalmente o espetáculo que lhe descreviam todos os dias, ficou surpreendido ao descobrir que só se via uma parede branca através da janela. O seu amigo morto era cego e nem sequer conseguia ver a parede. Ele tinha imaginado tudo. Ou melhor, tinha visto tudo com o seu terceiro olho.


  • Imagem de fundo: “O Terceiro Olho” de Claudia Kusnierczyk (2022)

  • Música de fundo: Third Eye Blind - The Background (Piano Instrumental Cover)



🇬🇧 THE THIRD EYE

(Video and text in 🇬🇧 English)

A reflection for the XXV Sunday of Common Time (24-9-2023)

< Mt 20:1-16 (The labourers of the last hour)

I

How many eyes does a man have? The answer for us is obvious, but for Hinduism, or Buddhism and some esoteric religions (such as the New Age) man has three eyes. The third is hidden, inner, located inside the forehead between the eyebrows (like an atrophied latent eye). According to others, the third eye corresponds to the pineal gland, which is also called the 'eye of the soul', which allows one to see through extra-sensory perception 95 % of reality that the physical eyes cannot see.

For Descartes, the pineal gland would be the seat of consciousness: or the main seat of the soul (in which the 'res extensa' joins the 'res cogitans').

On the internet, one can find many techniques to activate or enhance the third eye through shaman remedies or other practices such as meditation, but this is not our interest now.

Also in Christianity, the idea of the eye of the soul recurs, which allows us to see things that we cannot see with our physical eyes, as in the case of the disciples of Emmaus who walked miles with Jesus but only at the end did 'his eyes open’; or the eyes of Mary Magdalene who only later saw in the Master, whereas before they only saw a gardener. Even the Gospel miracles of the healing of the blind symbolise the recovery of sight, not so much physical, but spiritual, that is, the acquisition of that capacity that allows us to see reality with the same eyes as God.

II.

Today's Gospel speaks to us of blind men who had no deficiency in their eyes, those indeed saw perfectly because they saw well the wages given to the labourers of the last hour, but they were blind in soul. They saw only with their first and second eye. Jesus several times in the Gospel urges us to strengthen the "third eye" that allows us to look at reality from another perspective, that of God. Then from this perspective we will see that wages are not proportional to merits but to one's needs. We will see that the relationship between man and God is not a trade union relationship, but one of surplus love. We shall see that concern for a lost sheep is superior to concern for 99 who are safe.

III.

The labourers of the last hour of whom today's parable speaks to us, are those men who during their lives have been lost away from the Lord and who and eventually found themselves, or rather, allowed themselves to be found. How can we, like the labourers of the first hour, 'be envious' of those who only at the sunset of their lives (at the last hour of the day) met the Lord while we were fortunate enough to work our whole lives in the vineyard of the Father? It would be like envying the invalids who have the reserved parking space under their house while we have to go perhaps kilometres to find a parking space: we only see the fatigue of the search but forget about the good fortune of having good health! It is the same envy of the elder brother towards the younger one in the parable of the prodigal son: why all that excess of love from the Father towards the one who wanted to get lost? The 'third eye' allows us to see with the same eyes as the merciful Father, for whom no one is discarded or thrown away. Everyone, even those who have been guilty of horrendous crimes, can eventually be redeemed. It is necessary, however, that they allow themselves to be found. The Lord had gone out several times into the square to gather the workers: why did He not find them sooner? Where had they gone all day? Had they been sleeping until that hour, or were they loitering about? The Lord could only find them when they allowed themselves to be found.

How wonderful that the Lord found us in the square from the very beginning and did not let us waste much of our lives loitering without Him. Oh yes: a life without the Lord is idle loitering. To see Jesus looking for you, the first two eyes are not enough; you must activate the third eye.

IV.

To conclude.

Do you know the little story of the two sick men lying motionless in their beds in a hospital room? One of them had his bed next to the window and every day he raised himself a little on his elbow and reported everything he saw to the other who was far from the window. Each time he described the park with the little blue lake and the white swans, the children playing, the birds flying in the air, the colourful flowers and plants that changed colours with each season. The second, who could not see the spectacle from his window, was equally happy, imagining all that beauty being described to him. The two became very close friends. When one day the first died, the second asked to occupy his bed by the window, and when he raised himself a little on his elbow and looked out to finally see the spectacle that was described to him every day, he was surprised to discover that only a white wall could be seen through the window. His dead friend was blind, and he could not even see the wall. He had imagined everything. Or rather, he had seen everything with his third eye.


  • Background image: The Third Eye by Claudia Kusnierczyk (2022)

  • Background music: Third Eye Blind - The Background (Piano Instrumental Cover)


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