🇮🇹 L’OMBRA E LA LUCE DI CARAVAGGIO
(Video e testo in italiano)
Una riflessione per la XVI Domenica del Tempo Comune A (23–7-2023)
< Mt 13,24-43(La parabola del grano e della zizzania)
I.
In questi giorni sono andato a rivedere qui a Roma alcuni dei Capolavori di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Michelangelo dopo i primi anni passati nel paese della sua famiglia a Caravaggio (una cittadina nella bergamasca a pochi chilometri dal mio paese natio) dal quale prese poi il suo nome d’arte, visse in seguito per diversi anni a Roma. Qui a Roma possiamo contemplare vari suoi capolavori (nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, di Santa Maria del Popolo, Palazzo Barberini, Musei Vaticani, Museo Doria Panphili, Galleria Borghese). Altre sue opere le avevo viste al Louvre (Parigi), al Prado (Madrid), al National Gallery (Londra), al MET (New York). Caravaggio come sappiamo è uno dei più grandi artisti della storia dell’arte, e con il suo stile rivoluzionario ha inaugurato la pittura moderna. I volti dei personaggi ritratti nei suoi quadri raffigurano persone che incontrava nei bassifondi della città, che lui, animo tormentato e rissoso, frequentava spesso. Descriveva nei suoi quadri il Vangelo incarnato negli emarginati e i derelitti del suo tempo, dove le prostitute con il suo pennello diventavano Madonne e i poveri cristi diventavano Santi. Il film “L’Ombra di Caravaggio” di Michele Placido uscito l’anno scorso (2022) descrive crudelmente la sua personalità contorta con la bellissima interpretazione di Riccardo Scamarcio.
Nelle sue opere traspare la personalità di pittore ribelle e maledetto, attraverso il contrasto tra luci e ombre, grandezza e miseria, santità e peccato. L’impiego violento della luce che investe i personaggi diviene metafora della luce divina che riscatta l’uomo delle tenebre che rimangono sempre minacciose sullo sfondo. Caravaggio, genio tormentato sempre in fuga per sottrarsi alla condanna a morte per aver assassinato un rivale in amore, è emblema della condizione umana dove il bene e il male convivono e lottano continuamente tra loro.
Per sua fortuna e nostra, Caravaggio ha avuto chi aveva compreso la sua grandezza al di là della sua miseria e lo ha protetto (come il Cardinal Del Monte e la marchesa Costanza Colonna) altrimenti molte sue opere non sarebbero mai nate o sarebbero andate distrutte.
II.
La parabola che abbiamo ascoltato oggi del grano e della zizzania, ci parla proprio della convivenza del bene e del male. Non dobbiamo interpretarla come divisione dell’umanità tra santi (il grano) e i peccatori (le zizzanie), ma compresenza in tutti gli uomini del bene e del male. Non c’è divisione tra buoni e cattivi, ma ogni uomo è nello stesso tempo buono e cattivo. Per questo il padrone del campo non vuole che si strappino le zizzanie perché le loro radici sono intrecciate con quelle del grano. Solo alla fine, per poter entrare nel regno dei cieli, le zizzanie verranno separate e bruciate, ma non nel senso che i buoni vanno in cielo e i cattivi all’inferno, ma nel senso che tutti gli uomini, prima di entrare nei cieli, saranno purificati dalle loro zizzanie. Il purgatorio sarà il luogo in cui il grano che è in noi sarà liberato dalle zizzanie che lo soffocano.
III.
Questa parabola, assieme ad altre, viene spesso letta come il castigo di Dio che condanna i peccatori e li manda all’inferno. Ma questa lettura contraddirebbe l’idea stessa del Vangelo secondo la quale Dio è misericordioso e manda suo Figlio proprio per salvare i peccatori. Gesù si fa prossimo dei pubblicani, dei peccatori e delle prostitute e “come un Caravaggio” (o meglio, Caravaggio come un Gesù), trasforma pubblicani in apostoli (come Matteo) e prostitute in sante (come la Maddalena).
Un papà o una mamma che hanno un figlio delinquente, o drogato, o assassino, lo condanneranno per sempre, lo abbandoneranno proprio quando lui ha estremamente più bisogno di loro? Certo che no, sarà sempre loro figlio e faranno di tutto per salvarlo. E dunque come possiamo pensare che Dio non agisca così come un papà o una mamma? Dio non può essere meno umano degli uomini.
IV.
Durante una lezione all’università di Educazione permanente (Lifelong Learning), mentre parlavo dell’educazione carceraria e insistevo sulla necessità che i detenuti possano studiare e laurearsi in prigione perché questo, come è dimostrato, li riscatterà e difficilmente torneranno a delinquere, uno studente mi disse: “Non è giusto che io per far studiare mio figlio dovrò fare molti sacrifici mentre un criminale in prigione si laurea a gratis, a spesa dei contribuenti”. Allora io gli risposi: “E se quel criminale in prigione fosse tuo figlio?”.
Dio Padre proprio per sua natura non condannerà mai i suoi figli alla morte eterna, ma li purificherà bruciando tutte le loro bruttezze (zizzanie) e riscattando la loro bellezza.
V.
Per concludere, a proposito di bellezza, vorrei invitarvi a rivedere le opere di Caravaggio (se non dal vivo, in internet) ascoltando contemporaneamente lo straordinario terzo movimento presto-agitato del Chiaro di luna di Beethoven (che sentite nel sottofondo) che esprime perfettamente il vortice di passioni che descrivono la grandezza e limiti dell’animo umano (come era anche per Beethoven).
Caravaggio ci ricorda che la nostra condizione umana è una continua lotta tra le tenebre e la luce. Nella conclusione di un altro film sulla sua vita (Caravaggio: l’anima e il sangue) Caravaggio dice: “Penso che non ci sia niente nelle tenebre e ci sia tutto nella luce... Scelgo la luce”. Quindi anche noi, come il grandioso Caravaggio, non sottriamoci alla lotta della luce contro le tenebre, perché è da questa lotta che nascono i capolavori.
Immagine di fondo: Riccardo Scamarcio nel film “L’Ombra di Caravaggio”
Musica di fondo: Beethoven "Moonlight" Sonata, III "Presto Agitato" Valentina Lisitsa
🇵🇹 A SOMBRA E A LUZ DE CARAVAGGIO
(Vídeo e texto em i🇵🇹 português)
Uma reflexão para o XVI Domingo do Tempo Comum A (23-7-2023)
< Mt 13, 24-43 (A parábola do trigo e do joio)
I.
Nestes dias fui ver algumas das obras-primas de Michelangelo Merisi, conhecido como Caravaggio, aqui em Roma. Depois dos primeiros anos passados na aldeia da sua família, Caravaggio (uma pequena cidade na região de Bergamo, a poucos quilómetros da minha cidade natal), de onde tomou o seu nome artístico, Michelangelo viveu vários anos em Roma. Aqui em Roma podemos contemplar as suas obras-primas na Igreja de San Luigi dei Francesi, em Santa Maria del Popolo, no Palazzo Barberini, nos Museus do Vaticano, no Museu Doria Panphili, na Galeria Borghese. Já tinha visto outras obras suas no Louvre (Paris), no Prado (Madrid), na Nacional Gallery (Londres), no MET (New York). Caravaggio, como sabemos, é um dos maiores artistas da história da arte e, com o seu estilo revolucionário, inaugurou a pintura moderna. Os rostos das personagens retratadas nos seus quadros foram retirados das pessoas que encontrava nos bairros de lata da cidade, que ele, uma alma atormentada e briguenta, frequentava muitas vezes. Descreveu nas suas pinturas o Evangelho encarnado nos marginais e abandonados do seu tempo, onde as prostitutas se tornavam Madonas com o seu pincel e os pobres tadinhos se tornavam santos. O filme "L'Ombra di Caravaggio", de Michele Placido, lançado no ano passado (2022), retrata cruelmente a sua personalidade, com uma bela interpretação de Riccardo Scamarcio.
Nas suas obras, transparece a personalidade de um pintor rebelde e maldito, num contraste entre luz e sombra, grandeza e miséria, santidade e pecado. O uso violento da luz que investe as personagens torna-se uma metáfora da luz divina que redime o homem das trevas que permanecem sempre ameaçadoras no fundo. Caravaggio, um génio amaldiçoado, sempre em fuga para escapar à sentença de morte por ter assassinado um rival no amor, é emblemático da condição humana em que o bem e o mal coexistem e lutam constantemente entre si.
Felizmente para ele e para nós, Caravaggio teve quem compreendesse a sua grandeza para além da sua miséria e o protegesse (como o Cardeal Del Monte e a Marquesa Costanza Colonna), caso contrário muitas das suas obras nunca teriam sido criadas ou teriam sido destruídas.
II.
A parábola que ouvimos hoje do trigo e do joio fala-nos precisamente da coexistência do bem e do mal. Não devemos interpretá-la como a divisão da humanidade entre bons (o trigo) e maus (o joio), mas como a coexistência do bem e do mal em todos os homens. Não há divisão entre bons e maus, mas cada homem é bom e mau ao mesmo tempo. É por isso que o dono do campo não quer arrancar o joio, porque as suas raízes estão entrelaçadas com as do trigo. Só no fim, para entrar no reino dos céus, o joio será separado e queimado, mas não no sentido de que os bons vão para o céu e os maus para o inferno, mas no sentido de que todos os homens, antes de entrarem no céu, serão limpos do seu joio. O purgatório será o lugar onde o trigo em nós será libertado do joio que o sufoca.
III.
Esta parábola, juntamente com outras, é muitas vezes lida como o castigo de Deus que condena os pecadores e os envia para o inferno. Mas esta leitura estaria em contradição com a própria ideia do Evangelho, segundo a qual Deus é misericordioso e envia o seu Filho precisamente para salvar os pecadores. Jesus faz-se próximo dos publicanos, dos pecadores e das prostitutas e, "como um Caravaggio" (ou melhor, Caravaggio como um Jesus), transforma os publicanos em apóstolos (como Mateus) e as prostitutas em santas (como Madalena).
O pai ou a mãe que tem um filho delinquente, drogado ou assassino condená-lo-á para sempre, abandoná-lo-á no momento em que ele mais precisa? Claro que não, ele será sempre o seu filho e eles farão sempre de tudo para o salvar. Então como é que podemos pensar que Deus não agirà como um pai ou uma mãe? Deus não pode ser menos humano do que os homens.
IV.
Durante uma aula universitária de Educação permanente (Lifelong Learning), enquanto eu falava sobre a educação nas prisões e insistia na necessidade de os presos poderem estudar e formar-se na prisão, porque isso, como está provado, os redime e é pouco provável que voltem a delinquir, um estudante disse-me: "Não é justo que, se eu tiver um filho, tenha de sacrificar muito para o fazer estudar, enquanto um criminoso na prisão se forma gratuitamente, à custa dos contribuintes". Então respondi-lhe: "E se esse criminoso na prisão fosse teu filho?”
Deus Pai, pela sua própria natureza, nunca condenará os seus filhos à morte eterna, mas purificá-los-á, queimando toda a sua fealdade (joio) e resgatando a sua beleza.
V.
Para concluir, falando de beleza, gostaria de vos convidar a revisitar as obras de Caravaggio (se não ao vivo, então na Internet) e no entanto ouvem o extraordinário presto-agitato do terceiro movimento do Luar de Beethoven (que ouvem em segundo plano), um turbilhão de paixões que descrevem a grandeza e os limites da alma humana (como também o foi para Beethoven).
Caravaggio recorda-nos que a nossa condição humana é uma luta contínua entre as trevas e a luz. Na conclusão de outro filme sobre a sua vida (Caravaggio: A Alma e o Sangue), Caravaggio diz: "Penso que não há nada nas trevas e há tudo na luz.... Escolho a luz". Por isso, tal como o grande Caravaggio, não nos subtraído-nos à luta da luz contra as trevas, porque é dessa luta que nascem as obras-primas.
Imagem de fundo: Riccardo Scamarcio no filme "A sombra de Caravaggio
Música de fundo: Sonata "Moonlight" de Beethoven, III "Presto Agitato" Valentina Lisitsa
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