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MISSIONARI TUTTI


. Una riflessione per la Giornata Missionaria Mondiale. (18-10-2020)

I. Oggi nella Giornata Missionaria Mondiale la Chiesa ci ricorda che non solo dobbiamo essere “Fratelli Tutti” ma anche “Missionari Tutti”. Tutti, non solo quelli che partono per terre lontane. Io sono stato missionario per più di 25 anni, prima in Brasile e poi in Africa e queste esperienze mi hanno portato sempre più ad essere fratello di tutti. Tante volte invece di essere io a evangelizzare loro, sono stati loro a evangelizzare me, con la loro fede che manifestavano anche in condizioni di povertà assoluta, con la loro speranza in un avvenire migliore e con l’amore che mi hanno donato. Quello che abbiamo cercato di fare nella nostra missione in Mozambico insieme ai miei confratelli della Congregazione della Sacra Famiglia, non è stato solo dare un aiuto materiale, soccorrendo molti bambini, giovani, adulti con aiuti specialmente attraverso l’educazione con creazione di asili, scuole e università, ma evangelizzare migliaia di ragazzi e giovani e adulti che si sono avvicinati alla fede. È questa la cosa più importante di tutte. Abbiamo ricevuto tanti aiuti dall’Italia, dall’8xmille della Chiesa Cattolica, dalla Congregazione della Sacra Famiglia, dalla Parrocchia di Ghisalba col gruppo missionario, da vari gruppi del nostro paese (come l’Avis e Aido, il gruppo Alpini, la San Vincenzo, il gruppo delle vedove, degli anziani, la Cassa Rurale e molte altri gruppi): tutti insieme abbiamo contribuito per fare del mondo un posto più bello. Insieme abbiamo aiutato tante persone a crescere, avere un’educazione di qualità, ad avere un lavoro ma soprattutto abbiamo iniziato alla fede migliaia di ragazzi e giovani che hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione e della maturità cristiana. E per questo il mio essere qui oggi è anche per dirvi grazie a nome di tutti loro. II. Ma se dobbiamo essere “Missionari Tutti”, come può essere missionario chi non parte per le missione all’estero? Ci sono diversi modi: - C’è chi è missionario come Santa Teresina del Bambin Gesù (Teresa di Lisieux) che pur non essendo mai uscita dal suo convento è diventata la Patrona delle Missioni, come lei quindi, pur non essendo mai usciti dal proprio paese si è missionari pregando per l’opera missionaria della Chiesa. - Altri sono missionari con il lavoro di volontariato in aiuto dei più deboli e nell’accoglienza degli immigrati. - Altri sostenendo opere caritative missionarie attraverso adozioni a distanza o con borse di studio che permettano a tanti bambini e giovani di avere un futuro diverso restando nel proprio paese. - Altri partendo per altri paesi poveri come missionari per un determinato periodo. - Altri partecipando attivamente ai gruppi missionari delle proprie parrocchie con la grande missione di mantenere sempre viva l’animazione missionaria parrocchiale. - Altri attraverso un aiuto materiale con offerte e anche con l’elemosina, come ci dice Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria di oggi: “La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti”. In questo modo se riusciremo a essere “Fratelli Tutti” e “Missionari Tutti” saremo anche “Salvi Tutti”.



(Per i ragazzi)

FELICI TUTTI


I. Una volta, in Mozambico, è venuta una signora dall’Italia a trovare un padre. Era piuttosto ricca ma infelice, piena di problemi, alcuni reali ma la maggior parte che si creava lei, e voleva passare qualche giorno in missione per conoscere l’Africa e ripensare la sua vita. Un giorno durante il viaggio in visita a un villaggio un po’ distante e mentre attraversavano il fiume con un fuoristrada sgangherato, una marea di bambini che stavano giocando nel fiume appena videro la macchina uscirono cantando e saltanto di gioia per salutare e far festa. Quella signora vedendo tutti quei bambini che non avevano niente, erano nudi, ma così contenti chiese molto meravigliata: ma perché sono così felici se non hanno niente? Per lei che aveva lavorato tutta la vita per raggiungere un benessere e poter essere felice, ancora non era riuscita ad essere felice nonostante tutti i suoi soldi, le appariva strano è ingiusto che quei bambini senza niente erano più felici di lei. E quindi entrò ancora di più in crisi. Lei pensava che la felicità consistesse nell’avere tutto quello che voleva, invece non aveva mai visto persone più felici di quei bambini che non avevano niente. II. Forse sembrerà strano anche a voi sapere che i bambini africani sono felici, perché sempre abituati a vedere immagine di bambini che muoiono di fame. È vero, ci sono tanti casi di drammatica emergenza, ma io oggi vorrei parlarvi non solo e sempre dei problemi dell’Africa, ma della sua bellezza. L’Africa è un continente giovane e con molte possibilità. Tra qualche anno sarà il popolo più numeroso e più giovane del mondo. Quando si viaggia per le strade africane si rimane impressionati dalla grande quantità di ragazzi che camminano. E sono contenti perché stanno andado o venendo da scuola, anche se magari devono fare molti chilometri a piedi per raggiungerla, anche se magari non hanno le scarpe e vanno a piedi nudi, anche se magari la scuola è una capanna e dovranno sedersi per terra, anche se non hanno libri e devono scrivere nei loro quaderni tutto ciò che dice il maestro. Sono contenti perché hanno la fortuna di studiare e sperare in un futuro diverso. III. L’Africa è bella non solo per la sua gioventù ma anche per la sua cultura, la sua arte (musica, letteratura), per la sua filosofia (io insegnavo filosofia africana e vi assicuro che è molto bella), per le sue celebrazioni animate, etc. e per i suoi meravigliosi panorami. Io abitavo su una baia che sfociava sull’oceano indiano. L’Africa è stata per secoli colonizzata da diversi paesi europei, compresa anche l’Italia (sarà che tutti questi invasori avevano il visto di entrata o il permesso di soggiorno per stare in Africa? Io rido quando sento frasi tipo: che stiano a casa loro, quando sappiamo che decine di milioni di italiani e discendenti di italiani vivono fuori dall’Italia!) Milioni di giovani africani sono stati trasportati come schiavi nelle Americhe. Negli anni 60 e 70 del secolo scorso le nazioni africano hanno conquistato la loro indipendenza, ma hanno incontrato anche molte difficoltà perché si ritrovarono in povertà assoluta. Per questo penso che noi europei abbiamo un dovere non solo morale di aiutare questi popoli a svilupparsi economicamente. E infatti tanti aiuti furono inviati in Africa e vari paesi stanno risollevandosi e crescendo. IV. Sono rimasto in Africa più di 20 anni e insieme ai miei confratelli della Sacra Famiglia abbiamo investito molto nell’educazione, perché siamo convinti che il modo migliore per aiutare un popolo è quello di istruirlo. Fu così che con l’aiuto di tante persone italiane ma anche africane, abbiamo aperto asili, Centri giovanile, Scuole Secondarie, e un’Università. Tutti conosciamo il proverbio: “invece di dare il pesce è meglio insegnare a pescare”, una persona istruita non dovrà continuamente cercare l’elemosina ma ha gli strumenti per programmare il suo sviluppo. Ed oggi io sono qui per ringraziare a nome di tutti qui bambini, ragazzi e giovani (e sono migliaia) che grazie all’aiuto di tante persone generose hanno potuto studiare, tra queste persone ci siete anche voi attraverso la parrocchia, gruppo missionario e altri gruppi (come l’Avis e Aido, il gruppo Alpini, la San Vincenzo, il gruppo delle vedove, degli anziani, la Cassa Rurale e molte altri gruppi): avete contribuito per fare il mondo un posto più bello. V. Agli adulti ho proposto diversi modi per essere missionari (come la preghiera, volontariato, adozioni a distanza e borse di studi, etc. ). A voi ragazzi chiedo invece di essere Missionari considerando tutte le persone che incontrate come Fratelli. Sapete che i bambini africani fin da piccoli sono educati in famiglia a accogliere gli ospiti, a salutare le persone e condividere quello che hanno con i più poveri. E loro rimangono male quando arrivano nelle nostre città e non sono visti da nessuno, diventano invisibili, nessuno li saluta, nessuno fa loro un sorriso. Voi ragazzi siate aperti a tutti: salutate le persone che incontrate, fate un sorriso se non con la bocca perché coperta dalla mascherina, sorridete con gli occhi (il labiale degli occhi) guardatele negli occhi, fate sentire loro che voi li vedete, che non sono invisibili. E aiutate i bambini e ragazzi della vostra età a integrarsi e non sentirsi stranieri per tutta la vita. Questo sarà il modo più bello per voi di essere “Fratelli Tutti”, “Missionari Tutti” e “Felici Tutti”.


(eziolorenzobono@hotmail.com)

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