INFLUENCER Una riflessione per Domenica 30-08-2020 < Mt 16,21-27 (TC-A XXII).
I. Quando insegnavo avevo uno studente molto furbo che in fatto di copiare era un genio: quando i test erano scritti lui ne usciva sempre alla grande, dava risposte perfette, ed io non potevo far altro che dargli un voto eccellente. Ma io lo conoscevo bene e sapevo benissimo che non era farina del suo sacco. E di fatti quando facevo delle interrogazioni, ponevo a questo studente le stesse domande dello scritto, ed il risultato era un disastro. Non ho mai capito come facesse a copiare, ma sapevo che poco dopo arrivava il momento della verità e i suoi voti finali venivano ridimensionati. II. Domenica scorsa abbiamo visto Gesù fare un’interrogazione ai suoi discepoli e solo Pietro aveva dato una risposta perfetta, da 30 e lode. Ma Gesù sapeva perfettamente che non era farina del suo sacco: “né la carne né il sangue te l’hanno rivelato (non la tua intelligenza o le tue capacità) ma è stato il Padre mio che te l’ha rivelato”. E la controprova l’abbiamo vista oggi: quando Gesù annuncia il suo destino finale, la reazione di Pietro dimostra che non ha capito niente, si è tradito, aveva dato una risposta perfetta ma che lui non aveva compreso. E per questo Gesù lo boccia: “vade retro Satana!” III. Anche noi come Pietro siamo capaci di dire cose belle e dare risposte perfette, recitare il credo con fervore, dire le nostre belle preghiere quotidiane, dare le risposte esatte del catechismo... ma quando arriva il momento della prova ecco il nostro flop. Quando ci imbattiamo in un problema, in una sofferenza, in una disgrazia... ecco che tutte le nostre fervorose parole evaporano, la nostra fede si volatizza e come Pietro vorremmo insegnare a Dio come deve fare un Dio: “se Dio esiste perché lascia succedere queste cose?”. IV. La risposta che Gesù da a Pietro è: “torna indietro al tuo posto, torna a essere discepolo e non voler essere Dio”. Lo stesso dice anche a noi: “torna dietro di me, sei tu che devi essere mio seguace e fare quello che dico io, e non sei tu che devi dire a me quello che devo fare io”. E ci dice cosa dobbiamo fare se vogliamo essere suoi seguaci: rinnegare noi stessi, prendere la croce, andare dietro a Lui. V. Primo: Rinnegare se stessi, vuol dire negare, dire di No a tutto ciò che in noi è male. Se uno fa il bene, ama veramente gli altri, rinuncia a parte dei suoi beni e del suo tempo per aiutare il prossimo... non deve rinnegare tutto questo. Ma se uno compie il male, è egoista, disprezza gli altri, questi deve dire di No a se stesso, rinnegare se stesso. Se nella mia vita ho delle dipendenze da alcol, fumo, droghe, sesso, piaceri disordinati... devo sapere dire No. Negare di seguire gli istinti del male, negare di commettere peccati, cambiare rotta. Questo vuol dire rinnegare se stessi. VI. Secondo: Prendere la croce. La croce è simbolo della spoliazione totale (Gesù in croce era totalmente nudo) e simbolo dell’amore più grande (“non c’è amore più grande di chi da la vita per gli altri”). Portare la croce allora non vuol dire fare sacrifici, penitenze, castigarsi, soffrire, piangere... ma vuol dire affidarsi totalmente a Dio, non avere altro che Lui (nudi di fronte a Dio) e amare di un amore immenso, come Lui, fino a dare la vita. Portare la croce quindi vuol dire: affidarsi e amare. VII. Terzo: Andare dietro a Gesù. Andare dietro, non davanti. Seguire Lui e non noi stessi, le nostre idee, o altri personaggetti del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, o i cosiddetti “influencer” o “celebrity”. Seguire Gesù ma dove? Pietro non è stato attento fino alla fine a quello che disse Gesù: “che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. A Pietro è sfuggito il particolare più importante, che da senso a tutto quello che precede, cioè la Resurrezione, la vita piena, la felicità. Quindi andare dietro a Gesù vuol dire andare incontro alla vita piena, alla felicità. VIII. Allora quello che Gesù ci chiede e dona è questo: rinnegare il male che è in noi; avere fiducia in Lui e saper amare come Lui; la vita piena e la felicità eterna. Nessun personaggetto di cui sopra e nessun influencer fanfarone o celebrity al mondo sa dare quello che Gesù propone. I primi danno solo parole, Gesù da qualcosa di concreto. I primi sanno ingannare bene negli esami ma Gesù ci aspetta al banco della prova, è lì saranno le nostre azioni che contano, non le nostre belle risposte perfette, “e allora” come conclude il Vangelo di oggi, “renderà a ciascuno (non secondo le sue parole, ma ) secondo le sue azioni”.
(eziolorenzobono@hotmail.com)
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