top of page

🇮🇹 PROVA D'AMORE 🇵🇹 TESTE DE AMOR 🇬🇧 TEST OF LOVE



🇮🇹 PROVA D'AMORE

Una riflessione per la II Domenica, Pas. B (11-04-2021)

< Gv. 20,19-31 (Incredulità di S. Tommaso).


I.

Se io vi chiedessi: voi credete che in questo momento sono qui davanti a voi? Probabilmente la risposta è Sì perché mi vedete in carne e ossa. Se vi chiedessi ancora: voi “credete” o “siete certi” che io sono qui davanti a voi? Penso che la risposta sia: ne siamo certi!

Ma se io vi dicessi: P. Rocco in questo momento è in sagrestia: voi ne avete “certezza assoluta”, oppure “credete” che lui sia là? In questo caso non avete una certezza assoluta, ma ci vuole un atto di fede. Quando ne avrete la certezza assoluta? Quando andrete in sacristia e lo vedrete. E quando lo vedrete, sarete ancora liberi di credere che lui è là, così pure siete liberi di credere che io sono qui davanti a voi? No, perché di fronte all’evidenza non siamo più liberi di scegliere di credere o no, ma siamo obbligati ad accettare il dato di fatto.

II.

Credere dunque è una scelta, un atto di libertà. Nel caso che vi ho detto: “Padre Rocco é in sagrestia”, voi siete liberi di credere o no. Ci vuole fiducia: chi pensa che io sia una persona sincera che non dice bugie, crederà. Chi non mi conosce o non si fida di me, dubiterà o non ci crederà affatto.

Ecco dunque che per credere ci vogliono due cose: la non certezza, perché se è evidente non c’è bisogno di credere; la seconda cosa è la fiducia in chi parla, perché se riteniamo che non sia una persona credibile, non crederemo.

III.

Il Vangelo di oggi ci parla proprio della fede.

Gesù è risorto e nessuno ci ha creduto. A partire dalla prima persona che ha visto il sepolcro vuoto. Maria Maddalena non trovando il corpo di Gesù non ha pensato: “Gesù è risorto”, ma “hanno portato via il corpo del Signore” e vedendo Gesù nel giardino pensò che fosse il giardiniere: “Se hai portato via tu il corpo di Gesù dimmi dove l’hai posto, che vado a prenderlo”.

Quando Maria Maddalena andò a riferirlo agli apostoli, non le credettero.

I due discepoli di Emmaus camminarono kilometri con Gesù e non lo riconobbero. Quando ne parlarono ai discepoli, questi non credettero alle loro parole. Quando Gesù apparve agli apostoli pensavano che fosse un fantasma. Quando gli apostoli dissero a Tommaso di aver visto il Signore, questi non credette.

IV.

Gesù richiama i suoi discepoli per non aver creduto, ma non inveisce contro loro per essere stato tradito e abbandonato. Non solo, appare tra loro e augura la pace. Non solo, affida loro la sua missione: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. Erano passati solo tre giorni dalla notte dei tradimenti e degli abbandoni, i discepoli puzzavano ancora di tradimento e Gesù affida loro la sua missione. Che fiducia! Sarà che non c’erano altre opzioni oltre a quel manipolo di traditori?

Dopo 2.000 anni non è che le cose siano cambiate poi tanto. Gesù si fida di noi, nonostante i nostri tradimenti e abbandoni. Lui si fida ciecamente di noi, ma noi ci fidiamo di Lui? O siamo tutti dei Tommaso?

V.

Tommaso non crede. Non perché era peggio degli altri, ma perché era esattamente come gli altri. Neppure gli altri credettero. Credettero solo perché videro, e Tommaso voleva anche Lui vedere ciò che gli altri avevano visto.

Ma questa non è fede. I discepoli non solo per noi modello di fede, perché loro hanno creduto solo perché hanno visto. E se non avessero visto? “Finché non metto il mio dito nelle sue piaghe non crederò”. Tommaso non si fidava della parola dei suoi colleghi, perché si erano dimostrati non credibili, dei traditori come lui, e come poteva confidare?

In verità c’è solo un discepolo che credette senza aver visto. Chi? Non poteva essere che il discepolo che più degli altri amava Gesù e che quando vide il sepolcro vuoto, credette, senza aver bisogno di vedere Gesù. Chi ama non ha bisogno di prove.

VI.

Dalla bocca di Tommaso uscì la più grande professione di fede del Vangelo: “Mio Signore e mio Dio”, ma sembra che Gesù non rimase così entusiasta per queste parole: “Perché mi hai visto, hai creduto!”, quindi non è una professione di fede, ma una constatazione di fatto. Come dicevamo all’inizio se siamo di fronte a una evidenza incontestabile, non c’è più fede, c’è certezza.

Gesù allora piuttosto che Tommaso, gli apostoli e tutti coloro che hanno bisogno di prove, segni, miracoli per credere, elogia tutti coloro che senza vederlo credono in Lui. Si riferisce a tutti coloro che nei secoli a seguire avrebbero creduto in Lui. Si riferiva a noi. Nessuno di noi ha mai visto Gesù eppure noi crediamo in Lui e ogni domenica ci ritroviamo qui per incontrarlo.

VII.

Gesù apparendo alla comunità la domenica di Pasqua, e otto giorni dopo, sembra ci voglia dire che per incontrare il Risorto dobbiamo riunirci nel suo nome nella celebrazione domenicale. È vero che possiamo pregare anche da soli, in qualsiasi giorno della settimana, però, Gesù che avrebbe potuto apparire a Tommaso solo con lui, in un giorno qualsiasi, sceglie invece di incontralo alla domenica e dentro la comunità. Questo ci dice l’importanza della celebrazione domenicale, nel giorno del Signore. Se vogliamo incontrarlo da soli e in un giorno qualsiasi, possiamo correre lo stesso rischio di Tommaso di non incontrarlo e di avere bisogno poi di prove per credere.

VIII.

Ma come abbiamo detto: chi ama non ha bisogno di prove. Chi non ama invece non confida, è sempre diffidente e deve verificare se l’altro ha detto il vero.

Per credere bisogna amare, unica prova d'amore è quella di non aver bisogno di nessuna prova.


🇵🇹 TESTE DE AMOR

Uma reflexão para o 2º domingo, Pas. B (11-04-2021)

<Jn. 20,19-31 (Incredulidade de São Tomé).


I.

Se eu lhes perguntasse: vocês acreditam que neste momento estou aqui na vossa frente? Provavelmente a resposta é Sim, porque vocês me vêem na carne. Se eu lhes perguntasse de novo: vocês acreditam ou têm certeza que estou aqui na sua frente? Acho que a resposta é: temos certeza!

Mas se eu lhes dissesse: o Padre Rocco está na sacristia neste momento: vocês “têm a certeza absoluta” ou “acreditam” que ele esteja lá? Nesse caso, vocês não têm certeza absoluta, mas é necessário um salto de fé. Quando vocês terão certeza absoluta? Quando vocês forem na sacristia e irão ver. E quando vocês o virem, vocês ainda estarão livres para acreditar que ele está lá, assim como você estão livres para acreditar que estou aqui na sua frente? Não! porque diante das evidências não somos mais livres para escolher de acreditar ou não, mas somos obrigados a aceitar o fato.

II.

Portanto, acreditar é uma escolha, um ato de liberdade. Se eu lhes dissesse: “Padre Rocco está na sacristia”, vocêm podem acreditar ou não. É preciso confiança: quem pensa que sou uma pessoa sincera que não conta mentiras, vai acreditar. Quem não me conhece ou não confia em mim, duvida ou não acredita em nada.

Aqui, então, que acreditar é preciso duas coisas: a não certeza, porque se é evidente não há necessidade de acreditar; a segunda coisa é a confiança no falante, porque se acreditarmos que ele não é uma pessoa confiável, não acreditaremos.

III.

O Evangelho de hoje nos fala precisamente de fé.

Jesus ressuscitou e ninguém creu nisso. Começando com a primeira pessoa que viu o túmulo vazio. Maria Madalena não encontrando o corpo de Jesus não pensou: “Jesus ressuscitou”, mas “tiraram o corpo do Senhor” e vendo Jesus no jardim pensou que fosse o jardineiro: “Se tiraste o corpo de Jesus, me diga onde você colocou, eu vou buscar ”.

Quando Maria Madalena foi relatar aos apóstolos, eles não acreditaram nela.

Os dois discípulos de Emaús caminharam quilômetros com Jesus e não o reconheceram. Quando eles contaram aos discípulos sobre isso, eles não acreditaram em suas palavras. Quando Jesus apareceu aos apóstolos, eles pensaram que ele fosse um fantasma. Quando os apóstolos disseram a Tomé que tinham visto o Senhor, ele não acreditou.

IV.

Jesus chama atenção dos seus discípulos por não acreditarem, mas não os critica por terem sido traídos e abandonados. Não só isso, ele aparece entre eles e deseja-lhes a paz. Além disso, confia-lhes a sua missão: "Como o Pai me enviou, eu também vos envio". Apenas três dias se passaram desde a noite de traições e abandonos, os discípulos ainda cheiram a traição e Jesus lhes confia sua missão. Quanta confiança! Será que não havia outras opções além daquele punhado de traidores?

Depois de 2.000 anos, as coisas não mudaram muito. Jesus confia em nós, apesar de nossas traições e abandonos. Ele confia cegamente em nós, mas nós confiamos nele? Ou somos todos Tomé?

V.

Thomé não acredita. Não porque ele fosse pior do que os outros, mas porque ele era exatamente como os outros. Nem mesmo os outros acreditaram. Eles acreditaram apenas porque viram, e Tomé também queria ver o que os outros tinham visto.

Mas isso não é fé. Os discípulos não são apenas modelos de fé para nós, porque acreditaram apenas porque viram. E se eles não viram? “Até eu colocar meu dedo em suas feridas eu não vou acreditar”. Thomé não confiava na palavra de seus colegas, porque eles não tinham se mostrado confiáveis, traidores como ele, e como ele poderia confiar?

Na verdade, só existe um discípulo que creu sem ter visto. Quem? Só pode ser o discípulo que amou Jesus mais do que os outros e que, ao ver o túmulo vazio, acreditou, sem precisar ver Jesus, pois quem ama não precisa de provas.

VI.

Da boca de Tomé saiu a maior profissão de fé do Evangelho: "Meu Senhor e meu Deus", mas parece que Jesus não se entusiasmou tanto com estas palavras: "Porque me viste, creste!" não uma profissão de fé, mas uma observação de um fato. Como dissemos no início, se nos deparamos com evidências indiscutíveis, não há mais fé, há certeza.

Jesus então, em vez de Tomé, os apóstolos e todos aqueles que precisam de provas, sinais, milagres para acreditar, elogia todos aqueles que, sem vê-lo, crêem nele. Ele se refere a todos aqueles que nos séculos seguintes teriam acreditado nele. nós. Nenhum de nós jamais viu Jesus e ainda assim cremos nele e todos os domingos nos encontramos aqui para encontrá-lo.

VII.

Jesus que apareceu à comunidade no Domingo de Páscoa, e oito dias depois, parece querer dizer-nos que, para encontrar o Ressuscitado, devemos nos reunir em seu nome na celebração dominical. É verdade que também podemos orar sozinhos, em qualquer dia da semana, porém, Jesus, que poderia ter aparecido a Tomé sozinho com ele, em qualquer dia, escolhe em vez de encontrá-lo aos domingos e na comunidade. Isso nos mostra a importância da celebração dominical, no dia do Senhor. Se quisermos encontrá-lo a sós e em qualquer dia, podemos correr o mesmo risco que Tomé de não encontrá-lo e precisar de provas para acreditar.

VIII.

Mas como dissemos: quem ama não precisa de prova. Quem não ama, por outro lado, não acredita, fica sempre desconfiado e deve verificar se o outro disse a verdade.

Para acreditar que você deve amar, a única prova de amor é que você não precisa de nenhuma prova.


🇬🇧 TEST OF LOVE

A reflection for the 2nd Sunday, Pas. B (11-04-2021)

<Jn. 20.19-31 (Incredulity of St. Thomas).


I.

If I asked you: do you believe that in this moment I am here in front of you? Probably the answer is Yes because you see me in the flesh. If I asked you again: do you “believe” or are you “certain” that I am here in front of you? I think the answer is: we are sure!

But if I told you again: Fr. Rocco is in the sacristy at this moment: do you have "absolute certainty", or do you "believe" that he is there? In this case you don't have absolute certainty, but it takes a leap of faith. When will you have absolute certainty? When you go to the sacristy and you will see him. And when you see him, will you still be free to believe that he is there, so are you also free to believe that I am here in front of you? No, because in the face of evidence we are no longer free to choose to believe or not, but we are obliged to accept the fact.

II.

Therefore, believing is a choice, an act of freedom. In case I’d tell you: “Father Rocco is in the sacristy”, you are free to believe or not. It takes trust: whoever thinks that I am a sincere person who does not tell lies, will believe. Who does not know me or does not trust me, he will doubt or not believe it at all.

Here, then, that to believe it takes two things: not certainty, because if it is evident there is no need to believe; the second thing is the trust in the speaker, because if we believe that he is not a credible person, we will not believe.

III.

Today's Gospel speaks to us precisely of faith.

Jesus is risen and no one believed in it. Starting with the first person who saw the empty tomb. Mary Magdalene not finding the body of Jesus did not think: "Jesus is risen", but "they took away the body of the Lord" and seeing Jesus in the garden she thought he was the gardener: "If you took away the body of Jesus, tell me where did you place it, that I am going to get it ”.

When Mary Magdalene went to report it to the apostles, they did not believe her.

The two disciples of Emmaus walked kilometers with Jesus and did not recognize him. When they told the disciples about it, they did not believe their words. When Jesus appeared to the apostles they thought he was a ghost. When the apostles told Thomas that they had seen the Lord, he did not believe.

IV.

Jesus scold his disciples for not believing, but he does not rail against them for having been betrayed and forsaken. Not only that, he appears among them and wishes for peace. Not only that, he entrusts them with his mission: "As the Father has sent me, so I send you". Only three days had passed since the night of betrayals and abandonments, the disciples still stank of betrayal and Jesus entrusts them with his mission. What confidence! Could it be that there were no other options besides that group of traitors?

After 2,000 years, things haven't changed that much. Jesus trusts us, despite our betrayals and abandonments. He blindly trusts us, but do we trust him? Or are we all Thomas?

V.

Thomas does not believe. Not because he was worse than the others, but because he was exactly like the others. Not even the others believed. They believed only because they saw, and Thomas also wanted to see what others had seen.

But this is not faith. The disciples are not only models of faith for us, because they believed only because they saw. What if they didn't see? "Until I put my finger in his wounds I will not believe." Thomas did not trust the word of his colleagues, because they had proved not credible, traitors like him, and how could he trust?

In truth there is only one disciple whom he believed without having seen. Who? It could only be the disciple who loved Jesus more than others and who when he saw the empty tomb, he believed, without needing to see Jesus. Who he loves does not need proof.

VI.

From the mouth of Thomas came the greatest profession of faith of the Gospel: "My Lord and my God", but it seems that Jesus was not so enthusiastic about these words: "Because you saw me, you believed!”. So it is not a profession of faith, but an observation of fact. As we said at the beginning, if we are faced with indisputable evidence, there is no longer faith, there is certainty.

Jesus then rather than Thomas, the apostles and all those who need proofs, signs, miracles to believe, praises all those who without seeing him believe in him. He refers to all those who in the centuries to follow would have believed in him. to us. None of us have ever seen Jesus and yet we believe in him and every Sunday we meet here to meet him.

VII.

Jesus appearing to the community on Easter Sunday, and eight days later, seems to want to tell us that in order to meet the Risen One we must gather in his name in the Sunday celebration. It is true that we can also pray alone, on any day of the week, however, Jesus who could have appeared to Thomas alone with him, on any day, he chooses instead to meet him on Sundays and within the community. This tells us the importance of the Sunday celebration, on the day of the Lord. If we want to meet him alone and on any given day, we can run the same risk as Thomas of not meeting him and then needing proofs to believe.

VIII.

But as we said: those who love do not need proof. Those who do not love, on the other hand, do not trust, they are always suspicious and must check if the other has told the truth.

To believe you have to love, the only proof of love is that you don't need any proof.

48 visualizzazioni0 commenti
Post: Blog2 Post
bottom of page