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SWEDENBORG 🇮🇹 LO SCIENZIATO CHE PARLAVA CON GLI ANGELI 🇵🇹 O CIENTISTA QUE FALAVA COM OS ANJOS


🇮🇹 SWEDENBORG: LO SCIENZIATO CHE PARLAVA CON GLI ANGELI

(testo e video in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la Solennità di Maria Madre di Dio -A (1-1-2023)

> Lc 2,16-21 (Andarono senza indugio)


I.

Molte persone hanno detto e dicono tuttora, di parlare con gli angeli. Molti di loro sono persone con problemi psicologici, che scambiano allucinazioni con visioni divine. Altri però sembrano essere persone serie, come Padre Pio, Santa Gemma Galgani, Ana Katharina Emmerich, padre Edouard Lamy Abbot, San Bernardo, Emanuel Swedenborg. Tra questi, quello che ha attirato di più la mia attenzione è proprio quest’ultimo, Emanuel Swedenborg, uno svedese nato alla fine del 1600, che dopo la laurea in filosofia a 21 anni si dedicò con successo allo studio delle scienze come chimica, anatomia, matematica, filomazia, meccanica, ingegneria, musicologia, alchimia, etc. Era anche un inventore, un politico e parlava fluentemente 12 lingue. A 56 anni d’età cominciò a fare sogni nei quali diceva di parlare con personaggi della Bibbia come Mosè, Gesù e cominciò a studiare teologia. Scrisse più di cinquanta libri. Diceva di comunicare con gli angeli "faccia a faccia, come si parla da uomo a uomo" i quali lo introdussero nella quarta dimensione, ed essendo lui uno scienziato, descrisse con dettagli molto accurati tutte le esperienze “divine” vissute.

Swedenborg insisteva sull’importanza del libero arbitrio: sta all’uomo prendere una decisione se ascoltare gli angeli o ascoltare i demoni e sottolineava l’importanza dell’intelligenza nella fede (La salvezza non viene solo dalla morale ma anche da come sapremo utilizzare la nostra intelligenza).

Le sue idee, molte delle quali furono condannate dalla Chiesa Luterana la quale però non condannò mai la sua persona (infatti Swedenborg è sepolto nella cattedrale luterana di Uppsala), influenzarono in seguito molti filosofi, scienziati, psicologi e scrittori importanti.

II.

Il Vangelo di oggi ci parla dei pastori che dopo aver ascoltato l’annuncio dell’angelo accompagnato dall’esercito celeste, si misero “senza indugio” alla ricerca di Gesù.

In questo Vangelo ritroviamo le tre dimensioni della fede (che ritroviamo anche nella vocazione di Maria e di molti altri).

La prima dimensione è quella teologica, quella della Chiamata e quindi dell’Ascolto: Gli angeli annunciano ai pastori il fatto miracoloso della nascita di Gesù. Ogni chiamata però esige anche un ascolto. I Pastori avrebbero potuto fare orecchio da mercante, non interessarsi, non ascoltare. Invece si misero in ascolto.

La seconda dimensione della fede è quella etica, cioè quella che esige una risposta, un’azione. Non basta ascoltare che Gesù è nato, bisogno mettersi alla sua ricerca. E i pastori infatti, come ci dice il Vangelo di oggi, “partirono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”.

Ma non basta neppure ascoltare la chiamata e mettersi in azione, ci vuole anche la terza dimensione, quella estetica: “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”. E cioè se ne tornarono pieni di gioia cantando e benedicendo Dio.

Queste tre dimensioni le possiamo sintetizzare in tre verbi: ascoltare, cercare (fare), esultare.

III.

Anche noi che siamo qui, siamo passati attraverso la prima dimensione: abbiamo ascoltato la chiamata di Dio che ci ha rivolto attraverso i suoi angeli, cioè i nostri genitori, catechisti, sacerdoti, insegnanti, amici, tutti coloro che ci hanno parlato di Dio.

Siamo passati anche attraverso la seconda dimensione: abbiamo risposto alla chiamata diventando cristiani, ricevendo i sacramenti, cercando di mettere in pratica la parola di Dio studiando, lavorando onestamente, crescendo una famiglia, aiutando gli altri.

Eppure queste prime due dimensioni pur essendo fondamentali, non sono ancora sufficienti. Ci vuole anche la terza dimensione, spesso disattesa, quella estetica, cioè della gioia di essere cristiani.

Maria dopo aver ascoltato la chiamata di Dio, e dopo essere andata di fretta in soccorso alla cugina Elisabetta, è esplosa di gioia cantando il Magnificat.

I pastori dopo aver ascoltato l’annuncio degli angeli ed essere andati senza indugio all’incontro di Gesù, se ne tornarono pieni di gioia glorificando e lodando Dio.

E noi, dopo aver ascoltato la chiamata di Dio e risposto con le nostre scelte di vita, siamo felici come Maria e come i pastori? La dimensione estetica, della gioia, non è un dettaglio o un optional, ma è la conseguenza naturale delle prime due dimensioni.

Che ne facciamo di uno o di una che ha risposto si alla nostra richiesta “mi vuoi sposare” e magari ci ha anche sposato e messo su con noi una famiglia, ma è totalmente infelice di essere nostra moglie o marito? Che ne facciamo di qualcuno che dice di essere nostro amico o amica, ma non vuole mai uscire o conversare con noi e quando lo fa è sempre triste e non vede l’ora di andarsene?

E cosa se ne fa Dio di qualcuno che è diventato cristiano e partecipa alle celebrazioni ma è sempre distratto e non vede l’ora che finisca, che vive sempre con il muso lungo e non trasmette nessuna felicità di essere cristiano?

IV.

All’inizio di questo nuovo anno, oltre ai vari propositi (resolutions) che ogni inizio anno facciamo (e non manteniamo mai) propongo altre tre resolutions:

  1. quella non solo di essere cristiani e praticanti, ma cristiani e praticanti felici. Un modo di essere felici è quello di dare felicità agli altri, prestando loro attenzione, ascoltandoli, elogiandoli, Benedicendoli, cioè “dire bene” di ciascuno, andando loro incontro e aiutandoli, nei limiti delle nostre possibilità. Questa è una terapia efficace per la felicità.

  2. fare quest’anno un cambiamento importante nella nostra vita, per rinnovarci continuamente, imparando cose nuove: tutta la vita è un apprendimento (Life-long Learning). Molti vogliono fare la rivoluzione e cambiare il mondo e poi invece della rivoluzione scelgono la televisione e invece di cambiare il mondo finiscono solo per cambiare i canali.

  3. Infine, sappiamo vedere e ascoltare gli angeli che incrociamo nella nostra vita, come hanno fatto Maria, Giuseppe, i pastori, come ha fatto anche Swedenborg lo scienziato che parlava con gli angeli, il quale disse “lo spirito interiore di una persona amorevole è un angelo del cielo, e mentre viviamo nel corpo siamo anche in compagnia di angeli, anche se non ne siamo consapevoli; e una volta liberati dal corpo ci uniamo a loro”. E non dimentichiamoci che, come disse qualcuno, per vedere bene bisogna chiudere gli occhi.

BUON ANNO A TUTTI.

  • Nell’immagine di fondo: Swedenborg che parla con gli angeli, dal web

  • Nella musica di fondo: Gloria in excelsis Deo, Gloria-Vivaldi, Piano Part.



🇵🇹 SWEDENBORG: O CIENTISTA QUE FALAVA COM OS ANJOS

(texto e vídeo em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para a Solenidade de Maria Mãe de Deus -A (1-1-2023)

> Lc 2,16-21 (Foram sem demora)


I.

Muitas pessoas têm dito, e ainda dizem, que falam com os anjos. Muitos deles são pessoas com problemas psicológicos, que trocam alucinações por visões divinas. Outros, contudo, parecem ser pessoas sérias, como o Padre Pio, Gemma Galgani, Ana Katharina Emmerich, Padre Edouard Lamy Abbot, São Bernardo, Emanuel Swedenborg. Destes, o que mais me chamou a atenção foi este último, Emanuel Swedenborg, um sueco nascido no final dos anos 1600, que depois de se formar em filosofia aos 21 anos de idade se dedicou com sucesso ao estudo de ciências como a química, anatomia, matemática, mecânica, engenharia, musicologia, alquimia, etc. Era também um inventor, um político e falava 12 línguas fluentemente. Aos 56 anos de idade, começou a ter sonhos em que disse ter falado com personagens bíblicos como Moisés e Jesus e começou a estudar teologia. Escreveu mais de cinquenta livros. Disse que comunicava com os anjos "cara a cara, como se fala de homem para homem”. Eles o introduziram na quarta dimensão, e sendo cientista, descreveu com grande detalhe todas as experiências 'divinas' que teve.

Swedenborg insistiu na importância do livre arbítrio: cabe ao homem tomar a decisão de ouvir os anjos ou ouvir os demónios, e sublinhou a importância da inteligência na fé (a salvação não vem apenas da moralidade, mas também da forma como sabemos utilizar a nossa inteligência).

As suas ideias, muitas das quais foram condenadas pela Igreja Luterana que, no entanto, nunca condenou a sua pessoa (de facto, o Swedenborg está sepultado na catedral luterana de Uppsala), influenciaram mais tarde muitos filósofos, cientistas, psicólogos e escritores importantes.

II.

O Evangelho de hoje fala-nos dos pastores que, depois de ouvir o anúncio do anjo acompanhado pelo exército celestial, partiram "sem demora" em busca de Jesus.

Neste Evangelho encontramos as três dimensões da fé (que também encontramos na vocação de Maria e em muitas outras).

A primeira dimensão é a teológica, a do Chamado e portanto da Escuta: os anjos anunciam aos pastores o facto milagroso do nascimento de Jesus. Cada chamada, no entanto, também requer escuta. Os pastores poderiam ter feito ouvidos moucos, não interessados, não escutando. Em vez disso, eles escutaram.

A segunda dimensão da fé é a ética, ou seja, a que exige uma resposta, uma acção. Não basta ouvir que Jesus nasceu, é preciso partir em busca dEle. De facto, os pastores, como nos diz o Evangelho de hoje, "partiram sem demora e encontraram Maria, José e a criança deitada na manjedoura".

Mas não basta ouvir a chamada e agir, é preciso também a terceira dimensão, a estética: "Os pastores voltaram, glorificando e louvando a Deus por tudo o que tinham ouvido e visto, como lhes tinha sido dito". Ou seja, voltaram cheios de alegria, cantando e abençoando a Deus.

Estas três dimensões podem ser resumidas em três verbos: ouvir, procurar (agir), regozijar-se.

III.

Nós que aqui estamos também passamos pela primeira dimensão: ouvimos a chamada de Deus através dos seus anjos, ou seja, os nossos pais, catequistas, padres, professores, amigos, todos aqueles que nos falaram de Deus.

Passámos também pela segunda dimensão: respondemos ao apelo tornando-se cristãos, recebendo os sacramentos, tentando pôr em prática a palavra de Deus, estudando, trabalhando honestamente, criando uma família, ajudando os outros.

No entanto, estas duas primeiras dimensões, embora fundamentais, ainda não são suficientes. Precisamos também da terceira dimensão, que é frequentemente ignorada, a da alegria de ser cristão.

Maria depois de ouvir o chamamento de Deus, e depois de se apressar a ajudar a sua prima Isabel, explodiu de alegria ao cantar o Magnificat.

Os pastores, tendo ouvido o anúncio dos anjos e tendo ido sem demora ao encontro de Jesus, voltaram cheios de alegria glorificando e louvando a Deus.

E nós, tendo ouvido o chamado de Deus e respondido com as nossas escolhas de vida, somos tão felizes como Maria e os pastores? A dimensão estética, de alegria, não é um detalhe ou um extra opcional, mas é a consequência natural das duas primeiras dimensões.

O que fazemos com alguém que disse sim ao nosso pedido "quer casar comigo" e talvez até casou connosco e começou uma família connosco, mas está totalmente infeliz por ser nossa esposa ou marido? O que fazemos com alguém que diz ser nosso amigo ou amiga, mas que nunca quer sair ou conversar connosco e quando o faz está sempre triste e só espera a hora para ir embora?

E o que é que Deus faz com alguém que se tornou cristão e participa nas celebrações mas que está sempre distraído e só espera para ir embora, que vive sempre com uma cara triste e não transmite qualquer felicidade por ser cristão?

IV.

No início deste novo ano, para além das várias “resolutions” (compromissos) que fazemos todos os anos no início do ano (e nunca cumprimos) proponho três outras “resolutions”:

1. o de não serem apenas cristãos e cristãos praticantes, mas cristãos praticantes e felizes. Uma forma de ser feliz é dar felicidade aos outros, prestando-lhes atenção, escutando-os, elogiando-os, abençoando-os, ou seja, 'dizer coisas boas' sobre cada um, sair ao seu encontro e ajudá-los, dentro dos limites das nossas possibilidades. Esta é uma terapia eficaz para a felicidade.

2. fazer uma grande mudança nas nossas vidas este ano, para nos renovarmos continuamente, aprendendo coisas novas: toda a vida é uma aprendizagem (Life-long Learning). Muitas pessoas querem fazer uma revolução e mudar o mundo e depois em vez da revolução escolhem a televisão e em vez de mudarem o mundo acabam por mudar apenas os canais.

3. Finalmente, sabemos ver e ouvir os anjos que cruzamos nas nossas vidas, tal como Maria, José, os pastores, tal como o cientista Swedenborg que falava com os anjos, que disse "o espírito interior de uma pessoa amorosa é um anjo do céu, e enquanto vivemos no corpo estamos também na companhia de anjos, mesmo que não estejamos conscientes disso; e uma vez libertados do corpo, juntamo-nos a eles". E não esqueçamos que, como alguém disse, para se ver bem é preciso fechar os olhos.


FELIZ ANO NOVO PARA TODOS.


- Na imagem de fundo: Swedenborg falando com anjos, da web

- Na música de fundo: Gloria in excelsis Deo, Gloria-Vivaldi, Piano part.


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