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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 UN DIO DA SOLO O UN DIO AMORE? 🇵🇹UM DEUS SOZINHO OU UM DEUS AMOR?


🇮🇹 UN DIO DA SOLO O UN DIO AMORE?

(Testo e video in 🇮🇹 italiano)

Una riflessione per la Solennità della Santissima Trinità (4–6-2023)

< Gv 3,16-18 (Dio ha tanto amato il mondo)

I.

Settimana scorsa ero in Brasile per dare una conferenza, e fui ospite in un monastero (di Itaici), dove c'ero già stato 30 prima a fare gli esercizi spirituali con i seminaristi della mia congregazione. Appena arrivato al monastero sono andato subito a cercare la cappella della Santissima Trinità, dove mi ricordavo che c'era un bellissimo murale sulla Trinità che mi aveva molto colpito , dipinto nel 1990 da Claudio Pastro (pittore brasiliano definito da qualcuno come il "Michelangelo brasiliano").

Di solito, le raffigurazioni della Trinità ritraggono Dio Padre come um anziano con la barba, il Figlio, come un giovane trentenne, e lo Spirito Santo come una colomba (come ha fatto Masaccio nella Chiesa di Santa Maria novella a Firenze, per intenderci). Pastro invece si rifà all’iconografia che risale al prototipo della famosa icona della Santissima Trinità del XV secolo del russo Rublev, definita l’icona delle icone, che raffigura la Trinità come i tre angeli che hanno visitato Abramo e Sara alle Querce di Mamre, quando hanno portato l’annuncio della nascita di Isacco (il figlio della promessa).

La rappresentazione di Pastro però ha qualcosa di straordinario che colpisce l’osservatore. Se nell’icona di Rublev (e generalmente in tutte le rappresentazioni della Trinità) i tre personaggi sono rappresentati in una circolarità circoscritta a loro tre, con la Trinità di Pastro, si viene subito attratti da una una delle tre figure che ti guarda dritto negli occhi. Dagli occhi di questa prima figura una linea trasporta il tuo sguardo agli occhi della seconda figura che guarda la prima e la linea continua verso gli occhi della terza figura che guarda invece all’esterno. Le figure non sono circoscritte a loro tre ma proiettate in un movimento nello stesso tempo centripeto e centrifugo, dove l’”attirerò tutti a me” si coniuga con l”andate in tutto il mondo”.

II.

Le tre figure divine (di Pastro) rappresentano tre giovani uomini uguali, i quali, anche se ognuno guarda in una direzione diversa, indicano con la mano destra la figura di un agnello al centro, simbolo di Cristo, quasi a suggerire che la chiave di lettura per comprendere la Trinità è solamente quella cristologica, al di fuori della quale non è possibile nessuna comprensione di Dio. È Gesù, e solo Gesù che ci rivela la verità di Dio come Trinità: “Chi vede me vede il Padre” e “Io e il Padre vi invieremo lo Spirito Santo”, “Andate e battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Abramo aveva già intuito la Trinità di Dio quando chiama i visitanti “Signore” al singolare, pur essendo tre. Quello che prima era solo immaginato, con Cristo diventa rivelato.

III.

Lo studio della Trinità è un capitolo fondamentale della Teologia Sistematica (o Dogmatica). Mi ricordo che nella facoltà di Teologia avevamo studiato vari trattati sulla Trinità, in modo particolare il “De Trinitate” di Sant’Agostino, che è un classico in materia (Si attribuisce a lui la descrizione più bella di Trinità come l’Amante, l’Amato e l’Amore). Ricordo però che il libro che più mi aveva affascinato sulla Trinità, e che fu certamente uno dei libri più belli e importanti che hanno marcato in modo indelebile la mia formazione teologica e di fede, fu quello di Eberard Jungel: “Dio Mistero del mondo”. In questo libro l’autore fonda la possibilità di pensare Dio partendo da Cristo e Cristo crocifisso, e cioè dall’idea della gratuità e dell’amore. Solo partendo dall’idea di Amore possiamo comprendere Dio. Jungel era un teologo protestante (pastore luterano) morto due anni fa (2021) che mi ha fatto innamorare della teologia e del quale ho letto varie opere tra le quali “Paolo e Gesù” e “L’Essere di Dio è nel divenire”, opere su cui ho fatto la mia tesina di bacellierato in teologia.

IV.

Un altro grande teologo che ha scritto una grande opera sulla Trinità pubblicata pochi anni fa è Mons. Angelo Bertuletti, mio professore alla Facoltà Teologica di Milano, certamente uno dei più grandi teologi italiani (e non solo) ma poco conosciuto per la complessità dei suoi scritti che non sono per niente facili da comprendere. Il suo libro (più di 600 pagine), che ha consegnato anche a Papa Francesco dal titolo “Dio mistero dell’unico”, è la sintesi di trent'anni di studio e di insegnamento sulla Trinità, dove anche lui parla della Trinità partendo dalla chiave cristologica. Il suo trattato ha ripensato la teologia trinitaria del XXI secolo: qui la teologia, l’antropologia e la cristologia si fondono per restituirci un’idea di Dio originale e inaspettata: l’autocomunicazione di Dio, dice Bertuletti, accorda all’uomo la capacità di ‘determinare’ Dio come reciprocità, e cioè l’essenza trinitaria (che è relazionale) già comprende la possibilità di essere ‘determinata’ dall’uomo. È il Figlio Gesù che rivela all’uomo il Mistero di Dio, la sua identità conferendo all’uomo la stessa qualità di Dio, la sua unicità, per la quale lo può vedere “faccia a faccia”, gli rivela la propria identità (ipseità) come una ‘determinazione’ dell’essere stesso di Dio ("Dio creò l'uomo a propria immagine e somiglianza").

V.

Mentre nei giorni scorsi ero seduto nella cappella della Santissima Trindade a contemplare il murale di Pastro, mi sono meravigliato nel vedere come l'artista aveva già descritto questa verità sulla Trinità 30 anni prima. Un commentatore della opere di Pastro (Tommaso) diceva che Pastro nel parlare della sua spiritualità, citava il Beato Angelico quando diceva che per fare le cose di Cristo, bisogna appartenere a Cristo”. Gli artisti possono parlarci della verità di Dio molto di più dei teologi (via pulcretudinis).

Con la triplicazione del volto di Cristo, Pastro sottolinea l’uguaglianza delle tre persone e l’idea che Dio si comprende solo a partire da Cristo (indicato anche dall'agnello). (Lo stesso Gesù ha detto: “nessuno va al Padre se non per mezzo di me”). Con la presenza di sole due ali per le tre figure (e non 6 ali come nell’icona di Rublev, due per ogni figura) sottolinea l’unità della Trinità: i tre "volano" sempre insieme, sono inseparabili. E soprattutto, con la diversa dinamica degli sguardi (la prima figura che guarda me e la seconda figura che guarda la prima e la terza che guarda all'esterno) sottolinea che Dio è relazione intra-trinitaria e extra-trinitaria. Esattamente quello che Bertuletti ha detto con trent’anni di studio e in 600 pagine.

Nella manifestazione della verità di Dio come Trinità si disvela anche la nostra verità (perché siamo fatti a sua immagine e somiglianza): l'uguaglianza tra tutti gli uomini (come le tre persone della Santissima Trinità sono uguali), l'unità tra gli esseri umani ("voliamo" tutti nella stessa direzione, verso Dio) e l'apertura all'altro. Dio sarebbe stato un Dio narcisista se fosse stato circoscritto solo in una persona, ma invece ha voluto essere il Dio dell’Amore, e cioè il Dio della relazione, il Dio degli uomini. Questo fa precisamente l'unicità di Dio e la nostra.

VI.

Noi riceviamo il sigillo di questa unicità propriamente nel Battesimo. "Andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

Quando i genitori mettono al mondo un figlio gli fanno il dono della vita, quando i genitori fanno battezzare il loro figlio gli fanno il dono del senso della vita. Con il Battesimo i genitori fanno al loro figlio il dono più bello e più grande che potrà ricevere nella vita, è come se gli dicessero: non ti abbiamo messo al mondo perché tu un giorno scompaia nel nulla e di tutto quello che hai vissuto, amato, sofferto e gioito non rimanga più niente, ma perché tu vivrai per sempre nella comunione di amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per tutta l’eternità perché sei figlio nostro e di Dio. Cosa c’è di più grande di questo? A nessun bambino dovrebbe essere negato questo diritto.

VII.

Per concludere: ho trovato una citazione interessante su una disputa medievale tra un musulmano che diceva «Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?» E la risposta di un cristiano: «Dio, per noi, è amore. Come potrebbe essere solo?». Sta a noi scegliere se credere in un dio che è solo o in un Dio che è amore.


- Nell’immagine di fondo: Santissima Trindade, di Claudio Pastro, 1990, Itaici Indaiatuba-SP-Brasile)

- Nella musica di fondo: Passacaglia - G.F. Handel/ Arr. by J. Halvorsen [PIANO COVER] Minh Ngọc Ng




🇵🇹UM DEUS SOZINHO OU UM DEUS AMOR?

(Texto e vídeo em 🇵🇹 português)

Uma reflexão para a solenidade da Santíssima Trindade (4-6-2023)

<Jo 3,16-18 (Deus amou o mundo de tal maneira…)

I.

Na semana passada estive no Brasil para dar uma conferência e fui hóspede de um mosteiro (de Itaici), onde estive 30 anos antes por uma semana de retiro espiritual com os seminaristas da minha congregação. Assim que cheguei ao mosteiro, fui imediatamente procurar a capela da Santíssima Trindade, onde me lembrei de que havia um belíssimo mural da Trindade que me tinha impressionado muito, pintado em 1990 por Claudio Pastro (um pintor brasileiro referido por alguns como o "Michelangelo brasileiro").

Normalmente, as representações da Trindade retratam Deus Pai como um homem idoso com barba, o Filho como um jovem de trinta e poucos anos e o Espírito Santo como uma pomba (como fez Masaccio na Igreja de Santa Maria Novella em Florença, por exemplo). Pastro, por outro lado, baseia-se na iconografia que remonta ao protótipo do famoso ícone da Santíssima Trindade do russo Rublev, do século XV, referido como o ícone dos ícones, que representa a Trindade como os três anjos que visitaram Abraão e Sara nos carvalhos de Mamre, quando trouxeram o anúncio do nascimento de Isaac (o filho da promessa).

A representação de Pastro, no entanto, tem algo de extraordinário que impressiona o observador. Se no ícone de Rublev (e geralmente em todas as representações da Trindade) as três figuras são representadas numa circularidade circunscrita às três, com a Trindade de Pastro, somos imediatamente atraídos para uma das três figuras que nos olha directamente nos olhos. A partir dos olhos desta primeira figura, uma linha transporta o nosso olhar para os olhos da segunda figura que olha para a primeira e a linha continua até aos olhos da terceira figura que olha para fora. As três figuras não se limitam a elas, mas projectam-se num movimento simultaneamente centrípeto e centrífugo, em que "atrairei tudo a mim" se conjuga com "ide por todo o mundo".

II.

As três figuras divinas (de Pastro) representam três jovens homens idênticos, que, embora cada um olhe numa direcção diferente, todos apontam com a mão direita para a figura de um cordeiro no centro, simbolizando Cristo, como que a sugerir que a chave para compreender a Trindade é apenas a chave cristológica, fora da qual não é possível compreender Deus. É Jesus, e só Jesus, que nos revela a verdade de Deus como Trindade: "Quem me vê, vê o Pai”, “Eu e o Pai enviar-vos-emos o Espírito Santo", "Ide e baptizai em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo". Abraão já tinha intuído a Trindade de Deus quando chama aos visitantes "Senhor" no singular, apesar de serem três. O que antes era apenas imaginado, com Cristo torna-se revelado.

III.

O estudo da Trindade é um capítulo fundamental da Teologia Sistemática (ou Dogmática). Lembro-me que na Faculdade de Teologia estudámos vários tratados sobre a Trindade, com destaque para o "De Trinitate" de Santo Agostinho, que é um clássico sobre o assunto (a ele é atribuída a mais bela descrição da Trindade como o Amante, o Amado e o Amor). No entanto, lembro-me que o livro que mais me fascinou sobre a Trindade, e que foi certamente um dos mais belos e importantes livros que marcaram indelevelmente a minha formação teológica e de fé, foi o de Eberard Jungel: "Deus Mistério do Mundo". Neste livro, o autor baseia a possibilidade de pensar Deus em Cristo e em Cristo crucificado, nomeadamente na ideia de gratuidade e de amor. Só partindo da ideia de Amor é que podemos compreender Deus. Jungel foi um teólogo protestante (pastor luterano), falecido há dois anos (2021), que me fez apaixonar pela teologia e cujas várias obras li, incluindo "Paulo e Jesus" e "O Ser de Deus está no devir", obras sobre as quais fiz a minha dissertação de licenciatura em teologia.

IV.

Outro grande teólogo que escreveu uma grande obra sobre a Trindade, publicada há alguns anos, é Mons. Angelo Bertuletti, meu professor na Faculdade de Teologia de Milão, certamente um dos maiores teólogos italianos (e não só), mas pouco conhecido devido à complexidade dos seus escritos, que não são nada fáceis de compreender. O seu livro (mais de 600 páginas), que também entregou ao Papa Francisco, intitulado "Deus Mistério do único”, é a síntese de trinta anos de estudo e de ensino sobre a Trindade, onde ele também fala da Trindade numa perspectiva cristológica. O seu tratado repensou a teologia trinitária para o século XXI: aqui a teologia, a antropologia e a cristologia juntam-se para nos dar uma ideia original e inesperada de Deus: a auto-comunicação de Deus, diz Bertuletti, concede ao homem a capacidade de ‘determinar’ Deus como reciprocidade, ou seja, a essência trinitária (que é relacional) já inclui a possibilidade de ser ‘determinada’ pelo homem. É o Filho Jesus que revela ao homem o Mistério de Deus, a sua identidade, dando ao homem a mesma qualidade de Deus, a sua unicidade, pela qual ele pode vê-lo "face a face", revela-lhe a sua própria identidade (hipseidade) como ‘determinação’ do próprio ser de Deus ("Deus criou o homem à sua imagem e semelhança").

V.

Quando, na semana passada, me sentei na capela da Santíssima Trindade a contemplar o mural de Pastro, fiquei espantado ao ver como o artista já tinha descrito esta verdade sobre a Trindade 30 anos antes. Um comentador da obra de Pastro (Tommaso) disse que Pastro, ao falar da sua espiritualidade, citava Fra Angelico quando dizia que para fazer as coisas de Cristo, é preciso pertencer a Cristo. Os artistas podem falar-nos da verdade de Deus muito mais do que os teólogos (via pulcretudinis).

Com a triplicação do rosto de Cristo, Pastro sublinha a igualdade das três pessoas e a ideia de que Deus só pode ser compreendido a partir de Cristo (também indicado pelo cordeiro). (O próprio Jesus disse: "Ninguém vai ao Pai senão por mim"). A presença de apenas duas asas para as três figuras (e não seis asas como no ícone de Rublev, duas para cada figura) sublinha a unidade da Trindade: as três pessoas “voam" sempre juntas, são inseparáveis. E, sobretudo, com as diferentes dinâmicas dos olhares (a primeira figura olhando para mim e a segunda olhando para a primeira e a terceira olhando para fora) sublinha que Deus é relação intra-trinitária e extra-trinitária. Exactamente o que Bertuletti disse com trinta anos de estudo e em 600 páginas.

Na manifestação da verdade de Deus como Trindade, revela-se também a nossa verdade (porque somos feitos à sua imagem e semelhança): a igualdade entre todos os seres humanos (como são iguais as três pessoas da Santíssima Trindade), a unidade entre os seres humanos ("todos voamos" na mesma direcção, para Deus) e a abertura ao outro. Deus teria sido um Deus narcisista se tivesse ficado circunscrito a uma só pessoa, mas quis ser o Deus do Amor, ou seja, o Deus da relação, o Deus dos seres humanos. É precisamente isto que faz a unicidade de Deus e a nossa.

VI.

Recebemos o selo desta unicidade precisamente no Baptismo. "Ide e baptizai em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo".

Quando os pais trazem uma criança ao mundo, dão-lhe o dom da vida; quando os pais baptizam a criança, dão-lhe o dom do sentido da vida. Com o baptismo, os pais dão ao seu filho o maior e mais belo presente que ele poderá receber na vida, como se dissessem ao seu filho: não te trouxemos a este mundo para que um dia desapareças no nada e tudo o que viveste, amaste, sofreste e te alegraste desapareça, mas para que vivas para sempre na comunhão de amor do Pai, do Filho e do Espírito Santo por toda a eternidade, porque és nosso filho e filho de Deus. O que há de mais lindo do que isto? Este direito não deveria ser negado a nenhuma criança.

VII.

Para concluir: encontrei uma citação interessante sobre uma disputa medieval entre um muçulmano que dizia: "Deus, para nós, é um só; como é que ele pode ter um filho?" E a resposta de um cristão: "Deus, para nós, é amor. Como é que ele pode estar sozinho?". Cabe-nos a nós escolher se acreditamos num Deus que está só ou num Deus que é amor.


- Na imagem de fundo: Santissima Trindade, de Claudio Pastro, 1990, Itaici Indaiatuba-SP-Brasil)

- Na música de fundo: Passacaglia - G.F. Handel/ Arr. por J. Halvorsen [CAPA DE PIANO] Minh Ngọc Ng

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