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RICORDARSI DI ESSERE FELICI

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MARTEDI I SETTIMANA DI AVVENTO

Commento al vangelo di

Vangelo: Lc 10,21-24 


I. A chi non è capitato almeno una volta di dire: “Ero felice e non lo sapevo”. È una frase che nasce dal rimpianto: quando una persona non c'è più, quando un tempo della vita è passato, quando certe circostanze che ci pesavano oggi le rimpiangiamo. Sembra quasi che la felicità ci sfugga sempre dalle mani, come se abitasse altrove, come se non fossimo capaci di goderci pienamente ciò che viviamo nel presente. Abbiamo spesso la mente da un'altra parte, il cuore proiettato altrove, perso in ciò che manca invece che in ciò che c'è.

In questo modo spesso non sappiamo godere delle persone e dei beni ricevuti.

II. Il Vangelo di oggi ci sorprende presentandoci Gesù che “esultò di gioia nello Spirito Santo”: Gesù è capace di vedere la bellezza nascosta nel momento presente, non rimpiange altro, non desidera altro, riconosce il dono che ha davanti. Gesù dice ai suoi discepoli: “Beati voi, perché vedete ciò che molti hanno desiderato vedere”. Quasi a dire: siete già più fortunati di quanto pensiate. E allora viene spontanea una domanda: ci rendiamo conto della grazia che abbiamo ricevuto? Ci siamo mai fermati a pensare alla fortuna di essere cresciuti in un ambiente, in una famiglia, in una comunità che ci ha insegnato ad avere fede, a conoscere Dio, ad amare Gesù? Quanti oggi crescono senza nessuno che parli loro di Dio, senza un genitore che insegni a pregare, senza qualcuno che accenda anche solo una piccola luce spirituale. È una povertà silenziosa, che spesso non viene percepita, ma che ferisce il cuore. Gesù oggi ci dice: voi siete beati, perché avete ricevuto ciò che altri non hanno potuto ricevere.

III. Per questo oggi il Vangelo ci invita a dire grazie e a ricordarci di essere felici. A ringraziare il Signore per il dono della fede, che non ci siamo dati da soli. A ringraziarlo perché ha rivelato a noi, piccoli e semplici, ciò che è più grande. L'Avvento è il tempo propizio per riconoscere questo dono immenso e di esserne felici: Dio che si dona, Dio che si avvicina, Dio che parla alla nostra vita. Ma è anche il tempo per ringraziare del fatto che questo dono lo abbiamo riconosciuto, che non è passato inosservato, che qualcuno ce lo ha trasmesso. E vogliamo ringraziare per tutti coloro che ci hanno trasmesso la fede. Oggi, nel silenzio della Messa, possiamo dire nel cuore: “Signore, grazie per ciò che mi hai dato senza che me ne accorgessi. Rendimi capace di vedere il bene che ho, di essere felice e di gioire, come Te, nello Spirito Santo”.

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